VARESE: VIOLENTANO RAGAZZA E LE PISCIANO ADDOSSO, MA NON LI ARRESTANO

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AGGIORNAMENTOA DIFFERENZA DELLE PRIME INFORMAZIONI, I VIOLENTATORI PARE NON FOSSERO ‘PROFUGHI’, MA ZINGARI CON CITTADINANZA ITALIANA: ANCORA PEGGIO, E’ INCREDIBILE CHE I CONTRIBUENTI DEBBANO MANTENERE I FIGLI DEGLI ZINGARI IN CENTRI ACCOGLIENZA


E’ quanto meno ‘particolare’ che si sia atteso il giorno del dramma per eccellenza, il terremoto che ha sconvolto ieri l’Italia, inevitabilmente calamitando tutta l’attenzione, per annunciare l’arresto di quattro profughi Rom (con cittadinanza italiana!) definiti ‘minorenni’, che hanno stuprato una operatrice in un centro di accoglienza:

COLTELLO ALLA GOLA E STUPRATA DA 4 ROM MINORENNI

L’educatrice – a questi ci vogliono i domatori, non le educatrici – della comunità di Busto Arsizio (Varese) è rimasta in balia dei quattro minorenni: minacciata con un coltello, è stata costretta a subire violenze e palpeggiamenti, picchiata con un bastone e le hanno pisciato addosso.

I quattro profughi, il più giovane di 14 anni, sono stati arrestati dalla polizia con l’ accusa di violenza sessuale di gruppo aggravata dal ruolo di incaricato di pubblico servizio ricoperto dalla vittima e di lesioni personali.

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Le indagini sono state avviate dopo che l’operatrice, una trentenne residente nel Milanese, ha presentato denuncia rivolgendosi agli agenti del commissariato di Busto Arsizio. Dall’ analisi dei filmati delle telecamere installate negli spazi comuni della comunità, dove vengono accolti minorenni tutti di sesso maschile, con educatrici femmine, è stata ricostruita la notte di terrore vissuta dalla ragazza tenuta in ostaggio dal gruppo di stupratori africani.

Un episodio avvenuto lo scorso 17 marzo, denunciato dopo due settimane dell’educatrice che inizialmente non si è rivolta alle forze dell’ordine perché, secondo quanto è stato riferito dagli investigatori, «si sentiva in colpa» e «non all’altezza delle sue responsabilità» per non essere stata in grado di fare fronte alla situazione mentre si trovava, per la prima volta, da sola in comunità nel turno di notte.

Lasciare una ragazza in balia di 50 giovani maschi, la dice lunga sul degrado mentale delle cosiddette Onlus: un branco di masochisti sessuali che probabilmente gode nell’essere umiliata.

Dopo averla attirata con una scusa nella stanza di uno di loro, in piena notte, i ragazzi hanno iniziato a insultarla e minacciarla con un coltello prelevato dalla cucina, cercando di spogliarla dopo averla immobilizzata. Per impedirle di chiamare i soccorsi i minorenni le hanno sottratto il telefono cellulare. La donna è riuscita a liberarsi e a uscire dalla stanza, rimanendo però in balia dei profughi all’interno della struttura.

Nel corso della notte ha continuato a subire violenze, che i giovani nel tentativo di minimizzare l’accaduto hanno definito «scherzi pesanti». L’hanno percossa con un bastone, gettandole sul volto urine e sporcandola con il dentifricio. Si aggiravano per le stanze completamente nudi e, nel tentativo di evitare conseguenze, hanno cercato di coprire maldestramente le telecamere. Perché sono violenti, ma il QI è quello che è, non si sfugge.

Un incubo proseguito fino alle 6 – quando è iniziato il turno di un altro educatore – sotto gli occhi di altri ragazzi ospiti della comunità.

Attraverso le analisi dei filmati e il racconto dell’educatrice, che ha riportato alcune lievi lesioni, gli agenti coordinati dalla Procura per i minorenni di Milano hanno ricostruito gli episodi. I quattro ragazzi coinvolti in passato si sarebbero già resi responsabili di infrazioni nella comunità, dimostrando un comportamento aggressivo e una «totale incapacità nel rispettare le regole». Nei confronti dei due giovani ritenuti più violenti, un 14enne e un 15enne, è stata disposta la misura della custodia cautelare nel carcere minorile Beccaria di Milano. Per gli altri ragazzi, di 16 e 17 anni, è stato disposto il collocamento in due diverse comunità, allontanandoli dalla struttura dove si è scatenata la violenza. Premiati per lo stupro.