FERMO: MANCINI RIMANE PRIGIONIERO POLITICO, 7 TESTIMONI NON BASTANO

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Il Tribunale del Riesame ha respinto l’istanza di scarcerazione avanzata dai legali di Amedeo Mancini, l’italiano 39enne rimane così prigioniero politico di uno Stato ormai totalmente fuori dalla legalità. Era impensabile che i vari organi della magistratura – che sono escrescenze di una ideologia cancerosa – smentissero i voleri dei vari politici di turno, che hanno condannato Mancini senza processo.

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Indagato per omicidio preterintenzionale con l’aggravante dell’odio razziale – perché se uccidi un negro è più grave di uccidere un italiano – per la morte del finto profugo nigeriano Emmanuel Chidi Nnamdi che lo aveva colpito con una spranga.

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“Un provvedimento ingiusto, attendiamo le motivazioni – ha detto l’avv. Francesco Di Minicis, che difende Mancini insieme al collega Savino Piattoni – per entrare nel dettaglio, ma siamo anche pronti a ricorrere in Cassazione”. Secondo De Minicis, comunque, durante l’udienza del Riesame, “è stato accertato che Mancini ha reagito in modo eccessivo ad un’aggressione subita da parte del nigeriano”.

Il clandestino nigeriano santificato dai media di distrazione di massa aveva colpito l’italiano con un segnale stradale mobile. Bastò un pugno dato per legittima difesa, per mandarlo all’altro mondo.