TIBET: GOVERNO CINESE RADE AL SUOLO LA CITTA’ SACRA

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Presto, purtroppo molto presto, la splendida città degli studi buddhisti Larung Gar non esisterà più. Salvo ripensamenti da parte del governo cinese, che ne ha ordinato la distruzione, già iniziata il 20 luglio, l’istituto buddhista più grande del mondo in cui vivono migliaia di studenti cinesi e tibetani, verrà totalmente raso al suolo. La motivazione ufficiale di Pechino è quella di garantire la sicurezza in un’area sovrappopolata.

Gli attivisti tibetani denunciano però la volontà da parte della Cina di ridurre drasticamente il numero di monaci in Tibet, operazione accompagnata dalla distruzione di migliaia di monasteri in atto ormai da decenni.

L’ordine per i residenti dell’area, comunicato da parte del governo cinese lo scorso giugno, era di trasferirsi entro il 30 ottobre, pena una serie di pene detentive e la completa demolizione del monastero principale della zona. In realtà la demolizione di monastero e accademia sarebbe già iniziata perché secondo Pechino vi è un rischio di “collegamenti con le forze tibetane separatiste in esilio”.

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Tibet, il governo cinese distrugge il centro buddhista più grande del mondo

Come in Europa, anche in Tibet è in atto un genocidio culturale portato avanti attraverso l’immigrazione di cinesi nella terra dei Tibetani. Nella capitale, Lhasa, i cinesi sono ormai maggioranza.

Questo è un altro esempio di come l’immigrazione sia un’arma di distruzione di massa.

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