Germania: dopo 1 anno, lavorano solo 54 profughi su 1 milione

Vox
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In un anno e mezzo sono arrivati in Germania oltre 1 milione di profughi e ad oggi, solo 54 di loro sono stati assunti nelle aziende. Non sono adeguati al mercato del lavoro. Nemmeno in quello tedesco.

L’integrazione di piu’ di un milione di migranti mediorientali nel mercato del lavoro tedesco e’ una grande sfida persa, almeno fino ad ora, perchè le maggiori aziende tedesche non vi hanno ancora preso parte: e’ quanto emerge da una dettagliata indagine condotta dal quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung tra le 30 maggiori aziende tedesche quotate in borsa, che insieme registrano un fatturato annuo di piu’ di 1.100 miliardi di euro e che contano 3,5 milioni di dipendenti.

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Dall’inizio della crisi, lo scorso anno nell’estate 2015, sino all’inizio di giugno 2016, queste aziende hanno assunto appena 54 migranti in tutto: 50 migranti sono stati assunti dalle Poste tedesche (Deutsche Post), 2 dal gruppo produttore di software Sap e 2 dal produttore di farmaci Merck.

Questi numeri dimostrano quanto sia clamorosamente fallita tanto l’integrazione economica che quella sociale in Germania di questa massa enorme di migranti. Germania, che rifiuta che tale gigantesca massa di migranti entri nel mondo del lavoro tedesco, nonostante l’alto numero di posizioni aperte cioè di posti di lavoro disponibili, addirittura 665mila a giugno, e gli appelli delle dirigenze aziendali ad aprire le porte all’immigrazione per ragioni economiche.

Quando ormai era all’apice l’invasione migratoria in Germania, lo scorso autunno, erano stati proprio i grandi gruppi industriali tedeschi ad alimentate grandi aspettative: il presidente del Cda di Daimler Ag, Dieter Zetsche, aveva dichiarato che “non tutti i migranti sono brillanti ingegneri, meccanici o imprenditori, ma chi lascia completamente la sua vita e il suo paese e’ fortemente motivato: sono proprio queste le persone che cerchiamo in Mercedes e ovunque nel nostro paese”, aveva entusiasticamente affermato Zetsche, aggiungendo che “nel migliore dei casi, i migranti potrebbero essere la base del prossimo miracolo economico tedesco”.