E’ CADUTO IL MURO DI BRUXELLES

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L’11 marzo 1990 la Lituania dichiarò la propria indipendenza. Fu solo l’inizio. La seguirono, l’anno dopo, prima le repubbliche baltiche: poi tutte le altre repubbliche sovietiche.

Forse la UE durerà ancora più di un anno, ma non molto di più. Le similitudini con il collasso sovietico sono troppe: dal declino demografico a quello degli standard di benessere, seppure mascherati dalla stregoneria del quantitative easing. La malattia europea coinvolge in realtà tutto l’Occidente: i dati della mortalità crescono, infatti, dall’Italia agli Stati Uniti, sono il frutto avvelenato della Globalizzazione.

Il ‘nostro’ Gorbaciov è il noto bevitore Juncker: nessuno meglio di lui potrebbe rappresentare, fisicamente, la dissoluzione UE.

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Ma a differenza della dissoluzione dell’Urss, i popoli ne beneficeranno non solo a lungo termine, ma anche a medio termine. Certo, come tutti i cambiamenti ‘catastrofici’ lo shock durerà qualche tempo, e visto che la durata e profondità dello choc dipenderanno dalla ‘resistenza’ che le oligarchie faranno all’inevitabile dissoluzione, non sarà né troppo breve né poco profondo.

Ma ormai, il muro di Bruxelles è caduto.

Possiamo dire che l’Ue sia sopravvissuta a se stessa. Aveva un senso proprio in contrapposizione all’Urss: una volta crollata questa, e una volta caduto il muro di Berlino, è stato un ‘sopravvivere a se stessa’.

E non fatevi fregare dai media di distrazione di massa: la fine della UE non è la fine dell’Europa, è la sua rinascita. Popoli liberi e non più schiavi di una burocrazia di criminali al servizio dei globalisti.