Venezia: detenuto esige baci dalla direttora del carcere

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Carcere di Santa Maria Maggiore, Venezia. Un detenuto tunisino ha sfasciato le suppellettili della sua cella, dove era rinchiuso con un altro carcerato.

Il giorno dopo, ha aggredito sessualmente, esigendo baci, la direttora del carcere, Immacolata Mannarella. Ora si trova in un altro penitenziario.

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Intanto, ad uno degli agenti della Polizia penitenziaria in servizio a Venezia è stata diagnosticata una sospetta tubercolosi, che in tutta evidenza deve essere stata contratta a causa di un contatto ravvicinato con un detenuto.

Gli agenti sono quotidianamente a contatto con i detenuti, anche quelli stranieri, molti dei quali provengono da paesi sottosviluppati in cui la tubercolosi ancora non è stata debellata e ne sono portatori. Si tratta di un batterio che colpisce in particolare i polmoni e si trasmette facilmente, basta un colpo di tosse, e gli agenti sono spesso a contatto ravvicinato con i detenuti non solo all’interno di Santa Maria Maggiore, soprattutto durante i trasferimenti, all’interno dei motoscafi o dei furgoni, quando vengono portati nelle aule del Tribunali o spediti in altri penitenziari. Se davvero fosse così, significa che altri agenti sono a rischio, d lo sono anche i compagni di cella di colui che è arrivato a Santa Maria Maggiore già malato.