Venti euro al giorno per raccattare un po’ di cacca – FOTO

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I progressisti non hanno tutti i neuroni, l’uso continuato di Cannabis e le cattive letture hanno causato loro un evidente restringimento del cervello. Oltre alle ‘balls’, ma quelle le hanno così di natura.

Scrive, esilarante, Repubblica:

Funziona così: i cavalli defecano e occorre subito pulire affinché le dame non si sporchino gli abiti. Ed ecco che a Bitonto, al corteo storico che rievoca la Battaglia di Bitonto del 1734, in occasione delle feste patronali della Madonna Immacolata, dietro a ciascun cavallo, circa una dozzina, a pulire gli escrementi è stato piazzato un migrante (alcuni anche in abiti d’epoca).

Un ragazzo di colore con scopa e paletta e un cavallo: immagine terribile (  ) che ha fatto scattare subito l’indignazione (), insieme con le foto che hanno cominciato a circolare su Facebook.

I ragazzi sono ospiti dell’istituto Maria Cristina di Savoia: richiedenti asilo che il Comune ha voluto accogliere rispondendo prontamente alla chiamata della prefettura. La visione ha colpito anche Rino Mangini, assessore al Marketing territoriale del Comune di Bitonto, che cofinanzia l’iniziativa curata dall’Accademia della Battaglia. “Ho chiamato subito la presidente Concetta Tota e il vicepresidente Emanuele Dimundo, persone che a titolo volontario da anni se ne occupano con grande impegno, e ho chiesto spiegazioni perché l’ho ritenuta una scivolata pazzesca e inopportuna”.

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Le spiegazioni sono arrivate. A parlare è il vicepresidente dell’Accademia, Emanuele Dimundo: “Eravamo in una situazione difficile. Non avevamo soldi per pagare l’impresa di pulizia e nessun bitontino voleva accettare questa mansione, dopo averlo fatto negli scorsi anni. E’ stato così che siamo entrati in contatto con l’istituto Maria Cristina di Savoia, che ospita i ragazzi: è accaduto per caso. Vedendoci in difficoltà, sono stati loro a offrirsi e sono stati felici di partecipare a un’iniziativa cittadina, peraltro a titolo gratuito come accade per tutti i figuranti. Ma volevano gli abiti d’epoca, è stata una loro precisa richiesta. Posso capire che l’immagine abbia lasciato interdetti perché evoca immagini negative che, tuttavia, albergano piuttosto nella nostra mente”.

Non è però dello stesso avviso Nicole Sansonetti, presidentessa della cooperativa ‘Costruiamo insieme’ che gestisce il Cas, il Centro di accoglienza straordinaria ospitato dall’istituto Maria Cristina di Savoia, il quale spiega che i ragazzi hanno invece ricevuto un compenso di 20 euro a testa. “Abbiamo accettato e convinto i ragazzi a partecipare perché crediamo moltissimo nell’integrazione, ma ci avevano parlato di ruoli come porta-lampari o accompagnatori di carrozze: non certo di pulitori di sterco. Quando siamo arrivati e abbiamo appreso il ruolo di destinazione, dopo averlo descritto dettagliatamente ai ragazzi ho lasciato loro libertà di scelta. Su dieci, nove hanno accettato di farlo e uno è tornato via con noi. Sono rimasta interdetta e moritificata da quello che ho visto. E se qualcuno pensa che integrazione sia questo spettacolo, grazie ma non siamo interessati”.

Rammaricato per l’accaduto anche il sindaco Michele Abbaticchio. Che rimarca: “Noi come Comune abbiamo avuto i complimenti dalla prefettura per l’accoglienza agli immigrati e siamo gli unici ad avere uno sportello Sprar per i richiedenti asilo. Forse l’errore dei responsabili del corteo è stato di non offrire ai ragazzi altri ruoli oltre questo. Bitonto è famosa per l’integrazione e l’immediata reazione dei cittadini dimostra il grado di sensibilità di tutti”.

A Bitonto ci sono centinaia di giovani disoccupati. Questi pagano 20 euro a testa ad ogni fancazzista per raccattare un paio di Renzi, e i vari etnolesi da social network si ‘inalberano’ perché, come scrive il giornale di De Benedetti “sono immagini terribili”. Immagini terribili?!? Li pagano, mangiano e bevono gratis in hotel…

La verità è che queste organizzazioni non vedevano l’ora di ottenere braccia low-cost con le quali sostituire ragazzi italiani. Non solo li manteniamo, ma nemmeno si offrono di lavorare gratis (non andrebbe bene comunque, perché anche i lavori socialmente utili devono andare ai nostri disoccupati dietro giusto compenso) in cambio dell’accoglienza, vengono anche pagati.