Renzi raccatta migliaia africani e taglia medicine ai malati

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“Aste per farmaci terapeutici equivalenti”. E’ la proposta avanzata dalle Regioni per tenere sotto controllo la spesa sanitaria. Tradotta: tra farmaci della stessa categoria ti rimborso solo quello con il prezzo più basso. Ma non è così, come denuncia la Fimmg (l’associazione dei medici di famiglia), “terapeuticamente equivalenti” non significa infatti uguali. “Si tratta di farmaci che possono contenere anche principi attivi diversi” denuncia il segretario della Federazione Giacomo Milillo.

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Così, oltre 1.500 medicine uscirebbero dalla rimborsabilità, perché per ogni categoria terapeutica, che i tecnici definiscono “di quarto livello”, rimarrebbe rimborsabile solo il prodotto con il prezzo più basso, mentre tutti gli altri resterebbero a carico totale dell’assistito. per fare un esempio, un primo livello di classificazione è quello dei farmaci per il sistema nervoso centrale. A un secondo livello, il cerchio si può restringere agli psicoanalettici, al terzo gli antidepressivi e al quarto (quello dove scatta la selezione), troviamo gli “inibitori della sierotonina”. Che raggruppano la bellezza di 38 medicinali e 7 diverse molecole, che corrispondono a prodotti come il Cipraxel, l’Entact, il Tralisen e molti altri. Ebbene, di questi 38, se passasse la proposta delle Regioni, solo uno sarebbe mutuabile: il meno costoso. Passando agli antibiotici, scrive sempre La Stampa, tra le cefalosporine uno solo tra Augmentin, Tazocin e Gazimidin resterebbe nel paradiso della rimborsabilità.