Senato approva il carcere per gli storici

Vox
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Non chiederti per chi suona la campana, suona sempre per te. Da ieri, anche se manca un’altra approvazione alla Camera, chi nega – ad esempio uno storico – la Shoah, rischia da 2 a 6 anni di carcere. Il doppio di uno stupratore, molto più di uno spacciatore. E’ quanto previsto dal ddl approvato al Senato che introduce l’aggravante del negazionismo alla legge Mancino. 134 i voti a favore, 14 i contrari e 36 gli astenuti. Il provvedimento torna ora alla Camera. Forza Italia non ha partecipato al voto e la Lega si è astenuta.

Con l’emendamento di Nico D’Ascola (Ncd) – gli alfaniani quando servono maggiordomi sono sempre disponibili – è stato tolto l’avverbio “pubblicamente” che in un primo momento era stato inserito tra le polemiche in commissione Giustizia a Palazzo Madama. L’avverbio avrebbe finito con l’annacquare la norma e far cadere anche molti processi in corso, andando a snaturare di fatto tutta la famigerata legge Mancino. Marchetta incostituzionale che punisce le idee e l’espressione delle idee considerate dal sistema e dai suoi osceni sacerdoti ‘razziste’.

Ricordate che stiamo parlando di idee, di idee espresse, non di altro. Il fatto che si punisca l’espressione delle idee è qualcosa che dovrebbe fare rabbrividire chiunque. Anche se queste idee riguardano il cosiddetto ‘negazionismo’. E qui veniamo alla legge in sé.

Il provvedimento, se approvato definitivamente, introdurrebbe il reato per gli storici e i cittadini che negano la Shoah sia mai avvenuta come evento volontario.

Un provvedimento osceno. La Storia non si impone per legge, le idee si confrontano con altre idee, non si mettono in carcere. Siamo ad una vera e propria dittatura del pensiero, nella quale, non solo devi fare quello che dice lo Stato, ma devi anche ‘pensare’ come vuole lo Stato.

Vox

VOX non è d’accordo con i negazionisti, ma ritiene non solo giusto, bensì essenziale, che chiunque sia libero di esprimere le proprie idee: qualunque idea. E quando uno Stato istituisce leggi per imporre una visione univoca della Storia, allora si passa su un terreno di persecuzione che non può esistere in una democrazia. Nemmeno contro chi nega l’innegabile: chi decide ciò che non si può negare?

Stiamo scivolando sempre di più nel totalitarismo. E poi perché, una legge contro chi nega la Shoah, e non una contro chi nega le Foibe, ad esempio. In realtà, in una democrazia, ognuno deve essere libero di negare quello che vuole, saranno poi i suoi pari, i cittadini, a decidere. Non certo un magistrato. Quando una cosa è vera, non ha bisogno di una ‘legge’.

E’ così che nascono le dittature: prima se la prendono con gli ‘intoccabili’, quelli che nessuno mai difenderebbe, poi, lentamente, tolgono la libertà a tutti.

Come scritto molte volte, Vox non condivide le tesi negazioniste – dal punto di vista storico, non fideistico – ma ha una certa allergia a chiunque osi ledere il diritto di qualcuno ad esprimere la propria opinione, per quanto minoritaria possa essere. Per questo è probabile che scelga di ospitare una sorta di ‘dibattito’ con tesi storiche contrapposte sull’argomento. Vediamo se ci condannano all’ergastolo per reato di ‘negazionismo’. Tanto poi a segnalare la presenza degli articoli ci penseranno i simpatici bimbominkia di Bufale.net e Butac.it

Ps. Tanti ebrei sono inorriditi per una legge che vieta di mettere in discussione un avvenimento storico. Perché sanno che proibire, soprattutto da regimi ormai in putrescenza come sono quelli europei, non fa che ammantare le tesi finora ritenute bizzarre di un’aura di ‘libertà e romanticismo’.