Invasa da islamici, Germania invia soldati a confine russo

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A volte ritornano. La notizia dell’imminente invio di militari tedeschi in Lituania per «contenere» un inesistente minaccia russa all’Europa, ha avuto un’ampia risonanza sui media e i social network tedeschi. E ci riporta agli anni ’40. Oltre a farci sorridere: i nemici sono dentro le nostre città, Germania compresa, si chiamano Mohammed e Abdul, e noi mandiamo soldati ai confini della Russia.

Secondo Radio Deutschlandfunk, la scelta sarebbe giustificata dalla necessità «di garantire l’integrità territoriale dei paesi della NATO», che non si sentono sicuri vicino alla Russia. Strano, al tempo de ‘i confini non esistono’.

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Il tema del «sentirsi minacciati dalla Russia» è poco convincente, pensa il deputato del partito Die Linke, l’ex comunista DDR Gregor Gysi. «Primo, si tratta di una sensazione, non di una minaccia reale. Secondo, in caso di uno scontro reale, questi 250 soldati sarebbero inutili», ha scritto il politico sulla sua pagina Facebook.
«Inviare le truppe al confine con la Russia significherebbe dimenticare la storia e inasprire i rapporti», ha aggiunto Gysi. E ci tocca essere d’accordo con un ex comunista.

Molti utenti dei social network hanno criticato aspramente le intenzioni delle autorità tedesche. «I confini con l’Africa, la Turchia, la Siria sono aperti, ma il pericolo proviene dalla Russia», ironizza un lettore di Die Welt.