Siria: liberata città cristiana dopo furiosi scontri con islamici

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L’esercito siriano con il supporto delle milizie territoriali e l’aviazione russa ha preso il controllo della catena montuosa Suniyat-Homs, a due chilometri dalla città di Al-Qaryatayn. Lo ha reso noto il corrispondente locale di RIA Novosti.

L’operazione per liberare la città cristiana di Al-Qaryatayn da ISIS è iniziata sabato mattina. L’avanguardia dell’esercito dei suoi alleati hanno cominciato a muoversi sotto la copertura dell’artiglieria da sud, sud-est e nord-ovest. Nel giro di poche ore, secondo gli ufficiali siriani, sono stati eliminati 30 guerriglieri, mentre sette soldati sono stati feriti.

La liberazione delle alture ha permesso all’esercito di avere il controllo su tutta la zona di Al-Qaryatayn e dei suoi dintorni.

Per liberare la catena montuosa sono serviti imponenti forze e mezzi pesanti. I militari parlano di posizioni di fuoco e fortificazioni.

In questo momento le operazioni militari si sono concluse. L’artiglieria lavora alla periferia della città. I terroristi oppongono resistenza. Tuttavia l’assalto alla città, secondo i militari, non è possibile fino a quando i genieri non controlleranno le vie d’accesso. Visto che ISIS, durante la ritirata, ha minato strade ed edifici all’interno del centro abitato.

ISIS RAPISCE CENTINAIA DI CRISTIANI: RAPITI DA CHIESA

Lo Stato Islamico ha rapiti 230 civili nella città siriana di al Qaryatayn, conquistata dagli islamici nei giorni scorsi. Sono quasi tutti infedeli, tra loro quasi cento cristiani.

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Gli islamici di ISIS erano entrati mercoledì ad al Qaryatayn, località strategica sulla strada che porta attraverso Palmira conduce alla regione montagnosa del Qalamun, nella provincia di Damasco al confine con il Libano.

I sequestrati erano in una lista di ‘lealisti di Assad’ che i miliziani islamici di Isis avevano con loro: cristiani.

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Molti cristiani avevano cercato scampo all’interno del monastero di San Elian, dove nel maggio scorso islamici armati e a volto coperto avevano rapito il priore cattolico di rito siriaco Jacques Murad.

Padre Murad era noto per l’aiuto che forniva ai cristiani.

Il patriarca della Chiesa siro-cattolica, Ignace Youssif III Younan parla di genocidio: «È una pulizia religiosa! Quella che i vostri governanti non vogliono vedere: non ne vogliono sapere niente! A loro importa poco delle libertà religiosa di queste comunità, che sono riuscire a sopravvivere per centinaia di anni proprio perché attaccate al loro Salvatore e al Vangelo».

Per Younan «era previsto l’arrivo di questa gente: queste bande di terrore religioso hanno avuto dei complici nella città di Qaryatain. Dopo il rapimento del padre Jacques Murad, erano rimaste ancora circa 120 famiglie in Siria: alcune di loro sono riuscite a fuggire nei campi due giorni fa, ma non sono ancora arrivate… Non si sa cosa sarà di loro».