Livorno: ippodromo lasciato senza acqua e luce, 50 cavalli a rischio

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«Nogarin condanna a morte il Caprilli e 120 anni di prestigiosa tradizione ippica a Livorno». Non utilizza giri di parole Paolo De Santi, direttore della Livorno Galoppo – che da gennaio non ha più in concessione il Caprilli -, all’alba dell’assemblea dei soci che dovrà decidere il futuro della struttura. Il numero uno della società si scaglia contro il sindaco e le promesse non mantenute dalla giunta Cinque Stelle.
E subito lancia l’allarme: «Il fallimento politico della Labronica Corse, di cui il Comune è unico proprietario, crea un precedente disastroso con i creditori». Con i libri contabili pronti ad finire in tribunale e le utenze disdette, l’ippodromo Federico Caprilli si prepara a chiudere per sempre. Chiudendo una pagina molto sentita dalla città di Livorno, legata al dna della comunità. Una perdita in termini di occupazione e tradizione ippica.
E mentre la trattativa con Alfea è data ormai per sfumata gli ex-dipendenti, proprietari ed allenatori di cavalli, e l’ormai ex-gestore del bar all’interno, lanciano l’ultimo appello all’amministrazione comunale che, ad inizio mandato, dava per certo il salvataggio dell’ippodromo e dei lavoratori.
«È l’estrema unzione, per la città una perdita in termini di occupazione e identità, e un furto ai danni dei sette dipendenti che da quattro mesi aspettano lo stipendio» tuona Giuseppe Luongo, segretario generale Slc Cgil. E ancora si va nei dettagli, si guarda al passato, ricordando promesse non mantenute: «Inutile trattare con chi non mantiene le promesse, ci dicano almeno di che morte dobbiamo morire».
Ma la comunicazione con la giunta Cinque Stelle, per Paolo De Santi, è un altro tasto dolente: «Il sindaco Nogarin ci ha accusati di non aver fiducia nelle sue parole quando è stato proprio lui a tagliare i rapporti con noi. E l’assessore Lemmetti, incontrando due settimane fa alcuni nostri lavoratori sulle scale del Comune, li ha apostrofati con un inaccettabile “Io con voi non ci parlo”».
Il direttore della Livorno Galoppo Paolo De Santi chiude con amarezza: «Il Comune ha abbandonato il “suo” Caprilli
ai vandali mentre gli altri ippodromi “sciacalli” si stanno prendendo le corse che ci spettavano, e le banche creditrici di certo rivedranno i loro rapporti con le altre partecipate. Domani – oggi, per chi legge – i soci decideranno, noi saremo qui a presidiare».

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Ieri, sabato 2 aprile, una delegazione della Lega di Livorno ha incontrato una rappresentanza di proprietari di cavalli e professionisti del settore, all’interno dell’Ippodromo Caprilli. L’imponente struttura, di interesse nazionale e tanto amata dai livornesi sino a farne una delle più frequentate d’Italia, è stata miseramente lasciata senza luce elettrica e, tra pochi giorni, vedrà anche il distacco dell’acqua. Sarebbe un indegno epilogo sociale e morale ed una violenza per gli oltre 50 cavalli, gli operatori, i dipendenti e tutto l’indotto ma, soprattutto, per ogni livornese! Il nostro movimento politico ha loro rappresentato la solidarietà e la disponibilità ad intervenire istituzionalmente ad ogni livello per evitare che gran parte della città, che può vantarsi della presenza dell’ippica in questa storica sede, si arrenda ad un insuccesso dei suoi amministratori pubblici. L’incontro richiestoci ha consentito un confronto circa le urgenze della vicenda ed i possibili contributi da prestare.

La Lega locale denuncia l’incapacità dell’amministrazione comunale di risolvere la situazione, e la debole posizione assunta con i rappresentanti delle società coinvolte nella vicenda e gli operatori ippici. In specie, se alcuni avevano speranze di vedere risolti dall’amministrazione Nogarin gli errori ereditati del passato, ci pare, per l’effetto, tramontata ogni speranza con l’intransigenza politica del Comune nel trattare la liquidazione della società di sua proprietà, Labronica corse e, ulteriormente, per la poca disponibilità manifestata alla Livorno Galoppo. Invitiamo il Sindaco, persona certo disponibile al dialogo, ad intraprendere personalmente ogni ed opportuno sacrificio ed esercitare ogni idonea proposta utile a non vedere persa, oltre la stagione di corse 2016, quella ricchezza culturale e sportiva che potrebbe condurre il Caprilli ad essere sede di una scuola d’eccellenza dell’equitazione, con apertura di maneggio e scuola di mascalcia, oltre ad altre numerose ed attrattive iniziative possibili, anziché arrendersi senza reagire.