Il cuoco, un italiano, ha tentato di dividerli e ha rimediato un pugno al volto per il quale è stato medicato in pronto soccorso. E’ finita così, qualche giorno fa, una rissa scoppiata in uno dei due appartamenti di via Liguria, a Castronno, che sono occupati da una ventina di richiedenti asilo (nessuno dei quali provenienti da zone di guerra).
Uno di loro è stato espulso. «Si tratta di colui che ha sferrato il pugno, anche se hanno detto che si è trattato di un errore, solo perché si era messo in mezzo per dividerli – precisa il sindaco Luciano Grandi – Ma sa che cosa significa espulsione? Che il profugo viene condotto alla stazione di Gallarate e lì abbandonato: una soluzione da cartoni animati, all’italiana, che non serve a nulla». Il sindaco è pronto a tornare dal prefetto, Giorgio Zanzi, nel corso della prossima settimana. Gli parlerà dell’espulsione e gli porterà anche la multa che la Polizia locale di Castronno ha elevato a uno dei migranti, sorpreso l’8 marzo a vendere mimose in occasione della festa della donna: in pratica, i finti profughi sono stati arruolati dalla criminalità dell’abusivismo.
«Anche il “volume” del centro profughi sembra essersi considerevolmente alzato e la mega rissa non è che l’ultima vicenda – riprende Monti – Quello che in particolare ci preoccupa sono le grida che si sentono per le discussioni che scoppiano tra gli ospiti, urla frequenti, anche di giorno, oltre che inni che sembrano religiosi. Tanto che alcuni vicini hanno telefonato all’Exodus, l’associazione che gestisce il centro, chiedendo un maggior controllo. Ribadisco che nessuno di noi è contro nessuno, ma che la preoccupazione sale, visti gli ultimi avvenimenti».
Nei giorni scorsi, è comparso (e poi subito dopo fatto democraticamente sparire) alla rotonda che s’incontra all’uscita dell’autostrada, a Castronno: “Stop invasione”. Ora sono diciannove gli stranieri che dividono due appartamenti.
Roberto Sartori è il responsabile di Exodus, a cui sono affidati dalla Prefettura i richiedenti asilo. Exodus – affidataria del servizio – gestisce direttamente la struttura, pagando i proprietari (privati) con i fondi erogati dalla Prefettura (contribuenti).
Exodus gestisce altre realtà simili (ad esempio a Gallarate, dove i richiedenti asilo). I fancazzisti sono tutti giovani sotto i venticinque anni.