Addio a Martina, vittima dei politici italiani

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Ne avevamo parlato meno di un anno fa, di Martina:  MARTINA, LA RAGAZZA ‘CONDANNATA A MORTE’ DA CROCETTA

Ieri un comunicato del dipartimento disabili di FN ha informato della sua morte:

 

In Italia, Paese civilizzato, che vanta sulla carta parametri tra i più accreditati per la presa in carico ed il rispetto della disabilità, una famiglia di Sciacca, provincia di Agrigento, per l’ordinario trattamento sanitario della figlia ventunenne, affetta da sindrome di Cornelia de Lange, è costretta a trasferirsi a proprie spese presso una struttura ospedaliera della Lombardia, lontana più di 1500 chilometri.

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Ed era solo l’ultimo paradossale capitolo di una vita segnata dal totale abbandono dello Stato, dall’inadempienza di tutti i diritti legislativi relativi alla gestione della disabilità, a partire dal contesto scolastico – primo fondamentale tassello per la civile inclusione nella società – dove Martina fin da bambina aveva iniziato il suo calvario personale e familiare, perché il trasporto a scuola, effettuato su mezzi inidonei alla mansione, era arrivato a causarle la frattura del bacino.
Più tardi – crescendo anagraficamente, ma non di corporatura, in conseguenza della patologia genetica da cui era afflitta – dopo il compimento del sedicesimo anno d’età, Martina si vide rifiutata dalla struttura ospedaliera di competenza territoriale che fino a quel momento ne aveva accompagnato il decorso di vita, fino a quando, a seguito di un grave scompenso fisico, la mamma dovette far intervenire i carabinieri affinché l’ospedale rispettasse le proprie competenze.
Anche con il passare degli anni, della tanto decantata civilizzazione Italiana non si ebbe riscontro, tanto che, per la necessaria ricomposizione di quella frattura causata dall’incompetenza e dall’inadeguatezza, i familiari di Martina dovettero lanciare una “gara di solidarietà” sui social network al fine di reperire un medico disponibile ad operarla in Sicilia, passaggio che successivamente non presero nemmeno in considerazione, ovviando alle drastiche inadempienze territoriali a proprie spese, come sopra citato, con il trasferimento in Lombardia.

Il 3 Marzo scorso, a ventidue anni d’età, Martina Ciaccio ha terminato la sua vita terrena, vittima dell’indifferenza di questo Paese, in un disperato trasferimento in ambulanza presso il Policlinico di Palermo, dove si è spenta nella disperazione della sua famiglia.
Martina è una martire dell’indifferenza, è la vittima di una politica impegnata a legiferare in favore di perversioni innaturali, mentre i suoi stessi cittadini continuano a morire di stenti in gran parte del territorio nazionale, è la vittima di un Governo che, con l’ultima legge di stabilità, continua a decurtare gli stanziamenti alla Sanità, è vittima anche del disinteresse di due suoi conterranei su tutti: il Ministro Alfano, nato ad Agrigento, luogo di cui si cura solo in prossimità delle elezioni, impegnato unicamente nel rinfoltimento della popolazione “migrante” per la cui interessata accoglienza assicura smisurate elargizioni economiche, e del presidente Crocetta da Gela, che tanto promise alla famiglia, ma che ben altre, squallide, prestazioni sanitarie ha saputo ottenere a spese di tutti noi.

Il Dipartimento Disabilità di Forza Nuova, nel ricordare la piccola, fragile Martina, racconta oggi la sua storia per fare appello alla residua dignità del popolo Italiano, perché ognuno di noi è corresponsabile di quanto le è accaduto, così come di quanto si protrae da decenni nell’indifferenza di tutti e con la complicità delle più alte cariche dello Stato, da sempre alimentata dall’inerzia di un popolo in balia della totale incompetenza e indifferenza umana e politica di chi dovrebbe rappresentarlo.

Forza Nuova Dipartimento Disabilità