Sutera, il paese dove Renzi sperimenta la fine degli Italiani

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Roma, 12 feb – “Il paese che doveva morire si apre al mondo nuovo e scopre di avere un futuro”, titola La Stampa. Nell’era degli eufemismi e del politicamente corretto, gli scopini diventano “operatori ecologici”, i ciechi “non vedenti” e l’invasione diventa “apertura al mondo”. Anzi, al “mondo nuovo”, con involontario ma significativo riferimento ad Huxley. La città che si sta “aprendo al mondo” è Sutera, comune siciliano della provincia di Caltanissetta che, negli ultimi decenni, aveva visto andar via il 70% della popolazione. Dei circa 5.000 abitanti presenti a Sutera nel 1970, oggi restano soltanto 1.500. Che fare, allora, se gli abitanti del paese non fanno figli o emigrano in cerca di fortuna? Politiche per i giovani? Politiche per le famiglie? Creare ricchezza in loco? Macché, è molto più facile sostituire il popolo. Persino il Time se n’è occupato (che volete di più, abbiamo pure la pacca sulla spalla degli americani, che del resto con lo stesso sistema fecero “aprire al mondo” anche i Pellerossa…): “Quest’anno la sua popolazione è salita di 200 unità dopo che il sindaco ha accettato di prendere alcuni tra le migliaia di migranti che hanno affrontato il pericoloso viaggio dall’Africa alla Sicilia”. [CONTINUA…]