Equitalia: 1 su 5 sono cartelle non dovute

Vox
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Una volta su cinque il fisco si sbaglia, e invia cartelle Equitalia per debiti non dovuti o con errori, che alla fine vengono annullate. Peccato che se sbaglia il contribuente paga, se sbaglia l’apparato criminale chiamato Stato, no.
Dal 2000 al 2015, gli errori hanno riguardato il 20,5% delle cartelle in carico a Equitalia, per circa 217 miliardi di euro, emesse per un errore dell’ente creditore, come sono ad esempio Agenzia delle Entrate, Inps, Inail, Comuni, pubbliche amministrazioni.

A fornire il dato è stato oggi l’ad di Equitalia, Ernesto Maria Ruffini, in un’audizione al Senato durante la quale ha anche sottolineato che dal 2006 ad oggi “le riscossioni sono sensibilmente aumentate” arrivando ad una media annua di 7,7 miliardi di euro e che il 53% delle cartelle riscosse nel 2015 riguarda debiti sopra i 100mila euro.

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Il problema dei debiti con il fisco per Equitalia non si ferma alle sole cartelle “errate” però. “Su 841 miliardi di euro – ha detto sempre Ruffini – oltre un terzo sono difficilmente recuperabili” perché “138 miliardi di euro sono dovuti da soggetti falliti, 78 miliardi di euro da persone decedute e imprese cessate, 92 miliardi di euro da nullatenenti (almeno in basi ai dati dell’Anagrafe tributaria); per altri 28 miliardi di euro la riscossione è sospesa, sempre per forme di autotutela o sentenze.

Residuano 506 miliardi di euro, di cui oltre il 60% (314 miliardi) corrispondono a posizioni per cui si sono tentate invano azioni esecutive. Al netto di altri 25 miliardi di rate per riscossioni dilazionate e di 81 miliardi di riscosso, il ‘magazzino’ residuo si riduce a 85 miliardi di euro, di cui 34 miliardi sono non lavorabili per norme a favore dei contribuenti” e quindi “le posizioni effettivamente lavorabili” sono “51 miliardi di euro, il 5% del carico totale lordo iniziale”.