Anche Merkel sta per perdere una banca

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Deutsche Bank segna -4,26% alla borsa, e i contratti di assicurazione dal rischio d’insolvenza, i credit-default swap già entrati nel linguaggio comune con la crisi del 2008, sono oltre quota 200: ai massimi da fine 2012. I mercati ‘vedono’ una bancarotta di Deutsche Bank. La Germania potrebbe diventare vittima del suo stesso bail-in.

Ma quello di oggi è stato un massacro nelle borse europee. La Borsa di Milano inizia la settimana con un crollo del 4,7% scivolando a 16.440 punti, minimo dall’estate del 2013. Da inizio anno l’indice benchmark di Piazza Affari perde il 23%.

Nel finale di seduta, Parigi e Francoforte perdono il 3,5%. Da inizio anno, la Borsa francese perde il 13%, quella tedesca il 17%. L’indice Eurostoxx segna un calo del 3,1% nel finale di seduta.

Ribassi pesanti per gli indici settoriali delle banche (-5,7%), dei media (-5,4%), dei tecnologici (-4,3%), delle società automotive (-4,3%) e delle società delle costruzioni (-5,5%).

A Wall Street le cose non vanno molto meglio. I tre indici principali registrano perdite tra il 2% e il 3%.

Cade a picco la propensione al rischio e prosegue la corsa ai beni rifugio. Il rendimento del Bund tedesco a 10 anni scende di 3 punti base allo 0,23%, minimo da aprile 2010.

Si indebolisce la periferia, il BTP a 10 anni, il cui rendimento si porta a 1,70% (+15 punti base): lo spread Italia Germania si allarga a 148 punti base, massimo da giugno. Il rendimento del bond del Portogallo sale di 22 punti base al 3,34%, massimo da ottobre 2014.

L’oro è al settimo giorno consecutivo di rialzo, tratta a 1.195 dollari, livelli che non vedeva da ottobre.

Il petrolio Brent è in calo dell’1% a 33,75 dollari il barile. Il Wti americano ha provato a scendere sotto la soglia dei 30 dollari (minimo intraday 29,55 dollari), ma la corrente degli acquisti l’ha risospinto a 30,65 dollari.

La riunione tra Arabia Saudita e Venezuela, sembra non aver portato a nuovi sviluppi nell’atteggiamento dell’Opec. Intanto, nel Nord America gli impianti di trivellazione attivi sono scesi su livelli che non si vedevano dal 2010, ma questo rallentamento, potenzialmente in grado di portare ad una discesa della domanda, non sembra avere effetti sul prezzo.

A Piazza Affari si sono disintegrate le banche e le società finanziarie, tradizionalmente forti detentrici di BTP ed obbligazioni statali.

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MontePaschi (BMPS.MI) -12% a 0,52 euro: stamattina Exane ha diffuso una nota nella quale segnala che il titolo vale quattro volte di più circa (2 euro).

Nuovi minimi storici per Carige (CRG.MI) -10%.

Ubi Banca (UBI.MI) -10%, Banca Popolare dell’Emilia Romagna (BPE.MI) -11%, Banco Popolare (BP.MI) -9,5%, Banca Popolare di Milano (PMI.MI) -9%. Unicredit (UCG.MI) -5% ed Intesa (ISP.MI) -3,7%.

Tra le società del risparmio gestito, Anima Holding (ANIM.MI) -8%, Azimut (AZM.MI) -8%.

Nel segmento delle assicurazioni, Generali (G.MI) -3,3%, UnipolSai (US.MI) -5,5%.

Fiat Chrysler (FCA.MI) -9,5%, Exor (EXO.MI) -9%, Buzzi (BZU.MI) 7 %.

StMicroelectronics (STM.MI) -6,4%.

Saipem (SPM.MI) è stata sospesa per eccesso di ribasso per quasi tutta la giornata, chiude a 0,39 euro (-25%).

Eni (ENI.MI) -3,5%, Tenaris (TEN.MI) -2,8%.

Nel Lusso, Yoox Net a Porter (YNAP.MI) -6%, Tod’s (TOD.MI) -3%, Luxottica (LUX.MI) -4%.

Telecom Italia (TIT.MI) -6%, Mediaset (MS.MI) -9%.

Enel (ENEL.MI) -1,7%. Atlantia (ATL.MI) -5,8%.