RIVOLTA A KOS: CITTADINI BLOCCANO STRADE CONTRO PROFUGHI

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Gli abitanti della piccola isola greca di Kos, invasa da clandestini islamici, hanno bloccato con pietre, improvvisati falò e con i loro corpi, vari punti della strada che porta al terreno dove l’esercito sta costruendo su ordine di Tsipras un enorme cittadella per profughi.
Le proteste sono state soffocate con violenza dalla polizia. Già ieri, venerdì, gli sgherri del figlio di Troika Tsipras erano intervenuto con gas lacrimogeni contro i manifestanti, nel corso di scontri che hanno causato tre feriti.

Per la sua estrema vicinanza alla Turchia, Kos è una delle principali porte di ingresso per i rifugiati e i migranti verso l’Ue e una delle cinque isole nelle quali il governo si è impegnato a installare gli ‘hot spot’, i centri di registro e identificazione. Una settimana fa il ministero della Difesa ha deciso di inviare militari sul posto per aiutare nei lavori di costruzione.

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Mercoledì gli abitanti di Kos hanno impedito all’elicottero del ministero della Difesa, Panos Kamenos, di atterrare nella zona vicina al terreno in cui e’ prevista la creazione del centro e lo hanno obbligato ad atterrare in un altro punto dell’isola.

Il sindaco di Kos, Yorgos Kyritsis (del socialista Pasok) si è espresso a più riprese contro la costruzione di un centro tanto tanto grande, sono previsti 40mila meri quadrati, in un’isola tanto piccola. E’ una sostituzione etnica.