Avevo uno “stato di emergenza sessuale”, ha detto lo stupratore, un rifugiato iracheno. Per difendersi dall’accusa di avere violentata un bambino in una piscina coperta di Vienna, il 2 dicembre 2015. Il caso è venuto alla luce per la caparbietà di un giornale locale, la polizia lo aveva ‘non pubblicizzato’ per settimane. I motivi sono ovvi.
La bambina era coperta da così tante lesioni, da dover essere ricoverata in ospedale per diverso tempo. Lo si apprende dal giornale austriaco Kleinezeitung.
Durante l’interrogatorio di polizia, l’uomo, che era entrato in Austria il 13 settembre sulla rotta dei Balcani insieme ad altre migliaia di stupratori rifugiati, ha confessato. Ma ha subito spiegato di essere stato ‘vittima’ di una ‘emergenza sessuale’. Ero, ha detto, “perseguitato dai desideri. Non facevo sesso da quattro mesi”. Il che, poi, è uno dei motivi per i quali chi ha un briciolo di cervello – quindi non Renzi e Merkel e gli altri politici che abusivamente governano l’Euorpa – non vuole che entrino giovani maschi finti profughi o anche veri profughi in Europa.
In Austria, ha spiegato non poteva sopportare di non avere rapporti sessuali perché, testuale: “ho un eccesso di energia sessuale, molto forte”.
Quello che sta accadendo in Europa, oltre ad essere figlio di un progetto criminale di sostituzione etnica, è anche figlio di un degrado mentale della classe dirigente.
AGGIORNAMENTO 27-04-2016
Il migrante si è dichiarato colpevole in tribunale del reato di stupro.