Frati Padre Pio, dopo il business delle offerte quello dei profughi

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Povero Padre Pio. Si chiamerà “Casa Papa Francesco.Padre Pio per le famiglie dei migranti”, sarà realizzata a San Giovanni Rotondo e offrirà ospitalità solo ed esclusivamente a immigrati. Gli italiani, fuori.
E’ stata realizzata dai Frati Minori Cappuccini della Provincia religiosa di sant’Angelo e Padre Pio e ‘regalata’ a Bergoglio – dalla morte del Frate e Santo lanciati nel business delle reliquie e ora anche dei clandestini – hanno voluto fare a Bergoglio come segno concreto “per ricordare l’onore che egli ha riservato al loro santo Confratello, scegliendolo come modello di misericordia”.

La simbolica consegna del dono è avvenuta questa mattina, nel corso di un’udienza privata concessa dal Pontefice, nella sua biblioteca privata, al ministro provinciale, fr.Francesco Colacelli, accompagnato dal guardiano del Convento di San Giovanni Rotondo fr.Francesco Langi, dal rettore del Santuario fr,.Francesco Dileo e dal ministro della Provincia romana dei cappuccini, fr.Gianfranco Palmisani. Colacelli ha donato al Papa la chiave dell’immobile, struttura di proprietà dei frati, annessa alla Chiesa di San Francesco d’Assisi.

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Sono tutti una banda. Dalla mega chiesa piena d’oro e mosaici, al centro profughi. Chissà se prenderanno, sicuro che li prenderanno, i 35 euro a migrante.

Francesco Colafemmina, filologo e autore nel 2010 del libro “Il mistero della Chiesa di San Pio”: «I frati hanno trasformato la devozione in fenomeno da baraccone – taglia corto lo studioso barese – è un pellegrinaggio per eventi. Con quei fumetti stanno banalizzando la santità. Chi viene cerca un luogo riconoscibile, la tomba o i luoghi in cui Pio ha vissuto e invece trova la nuova chiesa senza nemmeno inginocchiatoi. La vecchia cripta era un luogo semplice e racchiusa nel neoromanico, ora ci sono le etichette con le spiegazioni perché tra l’oro e i mosaici la gente si distrae».