Chiede Asilo in Italia perché in Africa faceva l’idraulico

Vox
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Spesso i giornalisti di regime non si rendono conto della loro involontaria ironia. L’articolo che segue, apparso sul Giornale di Vicenza, non nuovo ad articoli strappalacrime sui ‘profughi’, ne è un esempio:

«Tanta miseria, povertà e disperazione. Per questo siamo fuggiti». Fra i quattro profughi c’è Lamin Saho Amadou 20 anni, che in Gambia lavorava saltuariamente come idraulico. Una vita di stenti, senza futuro. E guai a protestare. Ha due fratelli in Germania e se otterrà l’asilo politico, pensa di raggiungerli. Ebrima Ceesge, 19 anni, è orfano. E dice di non avere nemmeno parenti. Non sapeva né leggere né scrivere quando è giunto in Italia. E da quando è arrivato a Spagnago di Cornedo è diventato «il più assiduo nella frequenza dei corsi di italiano, perché conoscere la lingua del Paese che ti ospita è importante». Poi ci sono Amadou Kande, 20 anni, manovale, e Alia Demba, il più vecchio, si fa per dire, 23 anni, anche lui «con lavori saltuari e una vita nella miseria». Non riescono ad esprimersi ancora bene in italiano, ma i gesti valgono più di mille parole. «Lavoro, lavoro», vanno ripetendo. A parlare, comunque, sono le loro espressioni ed i loro occhi gonfi di anni di disperazione, che li ha spinti a fuggire da un paese, dove non c’è per loro «nessun futuro», e dalla paure di morire. (…)

http://www.ilgiornaledivicenza.it/territori/valdagno/cornedo/fuggiti-dalla-povert%C3%A0-br-e-dalla-disperazione-1.4602881

Vox

Poverini. Vengono in Italia, a farsi mantenere dai giovani precari italiani, perché in Gambia, dove non ci sono guerre, facevano lavori saltuari. Un dramma della disperazione.

Tenendo poi conto che questo è quello che ‘raccontano loro’, quindi sicuramente lontano dalla realtà, ci rendiamo conto che se per loro è drammatico lavorare saltuariamente, non dovevano fare una brutta vita, in Gambia.

E questi vivono in hotel, a spese dei contribuenti.