La Legacoop del ministro Poletti (è il suo ex presidente) gestirà i beni sequestrati di Mafia Capitale, compresi quelli di Buzzi, presidente della coop ’29 Giugno’, associata a Legacoop.
E’ la strabiliante decisione del presidente del Tribunale di Roma, Mario Bresciano. Che il 17 dicembre scorso, lontano dai riflettori, ha firmato un protocollo d’intesa con la Lega nazionale delle cooperative e mutue. Undici giorni prima di andare in pensione.
«Lagacoop si impegna a fornire servizi e altri interventi finalizzati alla nascita, allo sviluppo e all’integrazione di iniziative imprenditoriali in forma di società cooperativa, costituita allo scopo di gestire beni e patrimonio aziendali sequetrati/confiscati alla criminalità», si legge nel protocollo di cinque pagine. L’accordo avrà una durata sperimentale di 3 anni, con la possibilità di proroga e con la facoltà di recesso in caso di violazione degli obblighi. Tra questi obblighi vi è il vincolo che i responsabili delle cooperative che faranno capo a Legacoop siano «immuni da precedenti e pendenze penali per delitto».
Non si fa cenno nel documento del coinvolgimento né della Prefettura di Roma, né dell’Anbsc (Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati) e neanche dell’ordine dei dottori commercialisti dal quale provengono spesso gli amministratori giudiziari. Proprio a questi ultimi il giudice delegato affida, di norma, la gestione dei beni, nel rispetto delle prerogative dell’autorità giudiziaria e dell’Anbsc.
Questa volta no. Questa volta, Mafia Capitale si reincarna.