Sfrattato italiano muore di freddo vicino parrocchia che ospita profughi

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ORMAI E’ UNA MATTANZA DI ITALIANI SENZA CASA

Niente 400 euro per lui. Italiano. E così è morto oggi, nel parcheggio di un supermercato di Cinisello, vicino Milano. Dove dormiva da circa cinque anni, nella sua auto.

Marco aveva meno di cinquant’anni. L’allarme al 118 è arrivato quando mancavano dieci minuti a mezzogiorno e l’azienda regionale emergenza urgenza ha mandato sul posto un’ambulanza in codice rosso. I medici, però, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso della vittima, che sarebbe morto per cause naturali.

Naturali si fa per dire, perché non c’è nulla di naturale, nel morire di freddo, nella tua auto, quando il Paese del quale sei cittadini raccatta giovani maschi africani in Libia e poi li piazza in hotel.

Guardate dove è morto questo italiano e quanto è vicina la parrocchia che incassa 35 euro per ognuno dei clandestini che ospita:

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Cinisello Balsamo (Milano), 12 settembre 2015 – Cinisello torna ufficialmente ad accogliere i profughi. Ha riaperto i battenti dopo la pausa estiva il centro Emmaus della parrocchia di San Pietro Martire: l’oratorio che si trova alle spalle della Metro si trasforma nuovamente in casa di accoglienza per migranti. L’anno scorso furono circa una trentina gli stranieri, soprattutto giovani, ospiti del centro che è gestito ancora oggi dal Centro Fratelli di San Francesco di Milano.

«Si tratta più o meno dello stesso numero di persone che avevamo ospitato fino a prima dell’estate, quando lo spazio parrocchiale è tornato ad accogliere le attività dell’oratorio feriale. Ci eravamo presi questo impegno con la Prefettura», spiega il sindaco Siria Trezzi. Ventisei, per l’esattezza, i giovani richiedenti asilo che vivono da qualche giorno in città, tutti di origine bengalese e pakistana.

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«Abbiamo già cominciato il percorso di attuazione del protocollo perché facciano lavori di utilità sociale non pagati. La parrocchia si è resa subito disponibile e anche da parte nostra c’è stata la volontà di accogliere prima del tempo l’appello del Papa e del Governo. Diamo vita a un bel segno di umanità», chiude il primo cittadino.

Il progetto d’accoglienza vede la partecipazione di diversi partner: amministrazione comunale, Centro San Francesco ma anche la parrocchia di San Pietro Martire e il decanato. Oltre a varie associazioni di volontariato che si sono già fatte avanti per offrire aiuto, assistenza e anche servizi. Primo tra tutti quello d’insegnamento della lingua italiana, con lo scopo di far apprendere ai richiedenti asilo la conoscenza nel più breve tempo possibile. «Presso la nostra casa sono impegnati un responsabile coordinatore del centro, un assistente sociale e quattro operatori su turno, oltre a un mediatore culturale», spiegano dalla onlus di Milano che è capofila nel progetto.

L’arrivo dei giovani stranieri ha scatenato anche qualche polemica. In prima fila la Lega Nord, che chiede chiarezza: «Credo che l’appello lanciato dal Papa non sia stato recepito fino in fondo – dice Giacomo Ghilardi, capogruppo del Carroccio in Consiglio comunale – Gli stranieri che sono arrivati in città non vengono dall’Africa, quindi non si tratta di profughi, bensì di clandestini travestiti da profughi. Aggiungo: vorrei capire se questa fondazione pratica la mera accoglienza, come invita a fare il Pontefice, oppure riceve comunque i fondi dalla Prefettura».




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