Lunedì nero per le borse: la bolla cinese sta per scoppiare

Vox
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La ‘sindrome cinese’ torna a farsi sentire sui mercati, in un lunedi’ nero in cui l’Europa brucia 264 miliardi di euro e Wall Street registra la peggiore apertura dal 1932.

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Tutto inizia dopo il quinto calo consecutivo della produzione manifatturiera cinese, è ormai imminente la fine della bolla, che scoppierà in faccia alla Globalizzazione.I listini cinesi crollano con la manifattura sotto le attese: Shanghai perde il 6,8%, Shenzen l’8,2%. I forti cali della seduta fanno scattare i nuovi meccanismi per il controllo della volatilita’, che si traducono in una chiusura anticipata degli scambi. In base alle nuove misure, infatti, con perdite superiori al 7% le contrattazioni sono sospese per la giornata.

Tokyo chiude in calo del 3%. Poi tocca all’Europa. Piazza Affari chiude in calo del 3,2%, con Ferrari che tiene al suo primo giorno di scambi archiviando la seduta a 43,67 euro, in aumento rispetto ai 43 euro dell’avvio. Pesante Francoforte che arretra del 4,28%. Wall Street apre con perdite del 2%, con il Dow Jones che cede 450 punti, in quella che e’ la peggiore apertura da 84 anni. E recupera nel finale, con il Dow Jones che perde l’1,58%. Le ultime volte in cui Wall Street ha aperto la prima seduta dell’anno con perdite superiori all’1% e’ stato nel 2001 e nel 2008, anni di recessione.