Vincenzo, italiano disoccupato: da 3 anni vive su balcone

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Vivere su un balcone in balia delle intemperie, con un materasso appoggiato a terra per dormire e un fornellino per scaldare il cibo. Quando c’è.

biella

Vincenzo Caruso è un italiano di 63 anni,  il lavoro da muratore perso tre anni fa, quando l’impresa in cui era dipendente ha chiuso. Nessuno lo assume, ci sono immigrati e profughi a buon prezzo.

 

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Da allora è costretto a vivere su un balcone di una casa chiusa e fatiscente collocata in centro a Zumaglia, in provincia di Biella, grazie al proprietario che gli ha dato il permesso di stare lì.

«Vivo in queste condizioni da tre anni – racconta – fino ad allora vivevo, diciamo dignitosamente, in un piccolo alloggio. Poi venendomi a mancare uno stipendio fisso, non potevo più permettermi di pagare l’affitto. A quel punto sono stato sfrattato e mi sono trovato in mezzo a una strada. Non sapendo dove andare ho pensato di stabilirmi sul balcone di una casa disabitata. Quei pochi metri quadri sono diventati la mia dimora. Ma ora non ne posso più. Sono anch’io un essere umano e da tale vorrei vivere. Qualche mese fa, mi rivolsi al sindaco del paese, Lorenzo Cantono, chiedendo se poteva aiutarmi a cercare un lavoro, ma lui mi rispose che non poteva farci nulla. Non chiedo che mi venga data una casa, vorrei solamente tornare a lavorare, almeno per un paio di anni, in attesa che lo Stato mi dia la pensione sociale. Attualmente – conclude – ho maturato 18 anni di contributi. Io sono un valido muratore, ma accetto qualsiasi tipo di lavoro».

Dio mio, in che paese viviamo. Un paese dove chi sbarca da non si sa dove, viene messo in hotel un’ora dopo, e dove chi per decenni ha lavorato come muratore, viene gettato in mezzo alla strada.

Tutto questo deve cambiare. Ad ogni costo.