L’Arabia Saudita è una sorta di grande nazione schiavista. L’unica differenza con il passato è che gli schiavi moderni sono ‘volontari’, anche se non si aspettano quello che trovano, una volta arrivati nel regno wahhabita.

E poi ci sono le punizioni in base alla Sharia. Una immigrata cingalese è stata condannata a morire lapidata da un tribunale saudita. La sua colpa sarebbe quella di aver commesso un presunto adulterio con un giovane connazionale.

La donna avrebbe confessato davanti alla corte. L’uomo è stato condannato a cento frustate.

La notizia ha avuto poco spazio sulla stampa occidentale, perché non si deve sapere da dove viene l’ideologia dello Stato Islamico. I sauditi pagano bene giornalisti, editori e politici. Lo sa Lord Ashdown, che in Gran Bretagna ha chiesto una commissione di inchiesta per indagare sui legami di Qatar e Arabia Saudita con i politici locali.