IL DEPUTATO NEL DOSSIER DELLA DIFESA TRA “LEADER RADICALI E CHE SOSTENGONO TERRORISMO” – LEGGI

Vox
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Se hai un attimo di tempo, ti volevo parlare di Khalid Chaouki, il deputato marocchino del PD.

Si, lo so che lo conosci, ma quello che ti volevo mostrare è qualcosa di un tantino più inquietante. Soprattutto alla luce di quello che sta accadendo, in questi giorni, in Europa.

Nel 2015, i nostri vertici militari sentono il bisogno di redigere un dossier sul pericolo dell’estremismo islamico in Italia.

La stesura del rapporto viene affidata a Michele Groppi. Il dossier viene poi pubblicato dal Cemiss, il Centro militare di studi strategici del ministero della Difesa.

Il documento, intitolato “Dossier sulla comunità islamica italiana: indice di radicalizzazione”, è un aggiornamento di un precedente studio pubblicato nel 2011 in Israele dall’International Institute for Counter-Terrorism, intitolato “Islamic Radicalization Processes in Italy” e messo a punto dallo stesso Groppi nell’ambito di una ricerca più ampia sul radicalismo islamico in Occidente.

Il documento si presenta così:

cemiss

[…] il rapporto espone una lista di quelle organizzazioni islamiche ritenute radicali, nonché un elenco dei leader pubblici e religiosi che, in maniera diretta o indiretta, sposano idee estremiste e sostengono il terrorismo.

Tenete bene a mente: LEADER CHE IN MANIERA DIRETTA O INDIRETTA SOSTENGONO IL TERRORISMO.

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Uno di questi leader, nel rapporto del Cemiss per il Ministero della Difesa è Khalid Chaouki:

cemiss2

Ricapitolando: il dossier è stato richiesto dalla Difesa, il dossier, tra i leader estremisti che “direttamente o indirettamente sostengono il terrorismo” include Chaouki, deputato marocchino del PD.

Abbiamo un deputato che, secondo lo stesso governo che sostiene, è “un estremista islamico”.

Il dossier, non solo è stato ‘ordinato’ dalla Difesa, ma è anche ospitato dal sito istituzionale dello stesso ministero (GOVERNO NEL PANICO DOPO ARTICOLO DI VOX FA SPARIRE DOSSIER SU DEPUTATO ISLAMICO), il che gli dà una caratura ufficiale.

Chaouki è molto impegnato nell’approvazione dello Ius Soli in Italia. Legge che garantirebbe l’impossibilità di espellere gli immigrati di seconda generazione, anche se implicati nell’estremismo islamico.

Se io fossi il Califfo, sarei molto soddisfatto.

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L’analisi di Groppi, ricercatore sui temi del terrorismo presso il King’s College di Londra, tiene conto del fatto che l’Italia non ha subito gravi attacchi dal terrorismo islamista ma non può considerarsi al sicuro soprattutto se si considera che da anni diversi imam predicano odio, dozzine di centri islamici sono impegnati nel proselitismo e nel finanziamento a gruppi terroristici e che dall’Italia partono volontari per i teatri bellici del jihad.
Per anni, prosegue lo studio, l’Italia ha esportato kamikaze nei teatri di guerra quali Afghanistan, Cecenia, Balcani e Iraq. Moschee e centri islamici furono i principali catalizzatori nel reclutamento e dal 2001 circa 200 persone sono state arrestate con l’accusa di terrorismo soprattutto a Milano, definita “l’epicentro del radicalismo islamico in Italia”.
Se finora nella Penisola non si sono verificati attentati di matrice islamica di vasta portata ciò non significa che non ne siano stati organizzati.
Il capillare studio di Michele Groppi sottolinea che dal 2001 in Italia vi sono stati 13 tentativi e piani per compiere attentati, 6 sono stati effettuati ma non sono riusciti (cioè non hanno provocato vittime o danni) ed uno solo è parzialmente riuscito, quello del libico Mohammed Game a Milano nell’ottobre 2009 nel quale non vi furono vittime ma lo stesso attentatore ed una guardia rimasero feriti.
“Per quel che concerne la sicurezza nazionale, non vi è alcun dubbio sul fatto che la radicalizzazione della comunità islamica rappresenti una potenziale seria minaccia” -sottolinea il rapporto, poiché – “visioni radicali hanno penetrato varie moschee ed organizzazioni sociali. In certi casi, l’estremismo si limita alla retorica ma in altri, sostiene attivamente o passivamente il terrorismo.
Un certo numero di leader sociali e religiosi predica versioni wahabite e salafite dell’Islam, odio razziale, intolleranza religiosa e promozione della jihad attraverso il reclutamento di martiri, fondi ed armi”.