Questo vescovo vuole dare le vostre case ai Rom

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Un “tavolo rom” costituito presso il lussuoso Arcivescovado per trovare casa ai delinquenti sgomberati dall’insediamento abusivo di lungo Stura Lazio.

E’ la bizzarra idea del solito arcivescovo di Torino, il bergogliano Cesare Nosiglia che, dopo l’appello lanciato a favore dei clandestini, raddoppia: “Lo sgombero di alcune famiglie rom da Lungo Stura mi addolora profondamente. Conosco quel sito avendolo visitato più volte in questi anni – ha detto Cesare Nosiglia -. La prima volta ho detto: qui siamo nel Quarto Mondo”.

Per questo vuole spostare vicino casa vostra quelle persone, perché anche voi, abbiate una ‘esperienza da quarto mondo’.

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Fassino ha già speso 5 milioni di euro per dare le case popolari agli zingari ‘sgomberati’, Nosiglia vuole altre case. Altri soldi per i ‘fratelli rom’. Fratelli suoi. Ma lontane dall’arcivescovado, ovvio.

Solo la scorsa settimana un presidio di rom sotto Palazzo Civico aveva lamentato l’abbandono da parte dell’amministrazione e il dirtto a “una casa per tutti”. A spese degli italiani.

“Credo che ci sia bisogno di un supplemento di impegno da parte di tutti – millanta Nosiglia – e soprattutto la necessità di unire l’accoglienza a un preciso programma di inclusione sociale che, salvaguardando la specificità proprio di questo popolo e della sua cultura, renda possibile promuovere uno sbocco lavorativo proprio della sua tradizione da cui trarre quel reddito necessario per sostenere l’affitto di casa, le condizioni di vita familiare e la crescita dei propri figli”.

La cultura rom è molto simile a quella dei cosiddetti vescovi. Si può esprimere con sei lettere, e fa rima con abbaiare.