Soros esulta per ‘ricollocamenti forzati’

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«Quello che è successo oggi dal punto di vista legale è perfettamente normale e dal punto di vista politico è estremamente audace da parte della Commissione Europea» ha commentato Costanza Hermanin, Senior Analyst della famigerata Open Society di Soros, interpellata da Vita.it

«Juncker l’ha sempre detto che voleva guidare una Commissione proattiva che esercitasse il diritto di iniziativa legislativa ed ha sfruttato questa occasione per metterlo in atto».

A proposito, ma voi di Vita.it, che vi definite ‘cristiani’, non avete un po’ di schifo a fare riferimento verso chi finanzia aborti di massa, ‘matrimoni’ gay e roba simile?

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In merito alla maggioranza qualificata, Hermanin esprime un giudizio ovviamente positivo, da fan delle strutture globaliste sovranazionali:«Gli Stati membri sono sempre contrari al voto della maggioranza qualificata. Dal punto di vista istituzionale è una principio sacrosanto perché permette di sboccare situazioni come queste. Lo giudico come uno sviluppo molto positivo e un passo indietro rispetto alla dinamica puramente intergovernativa che avevamo avuto negli ultimi anni soprattutto con la crisi dell’Euro in cui le istituzioni europee non erano state al centro del processo decisionale ma lo erano solo gli Stati. In una situazione come quella attuale è molto importante ricordarsi che c’è questa possibilità di lavorare a livello sovranazionale in Europa. Sarà interessante anche vedere se qualche azione verrà presa sulla questione che riguarda quello che sta accadendo sui confini ungherese, una questione che è ancora irrisolta».

Anche minacce all’Ungheria.

Le parole del galoppino di Soros sono esplicative dell’idea di un’Europa dominata da burocrati, dove i cittadini non possono scegliere, e qualche paese governato da premier fantocci decide anche per gli altri.

Miope da parte del governo italiano, cedere sovranità in cambio della promessa, che non sarà mantenuta, di ricollocare 15mila clandestini in 2 anni, rispetto alle centinaia di migliaia dei quali non potremo liberarci, grazie agli ‘hot-spot’.