Questo sindaco resiste all’invasione

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No ai clandestini o ai finti profughi ospitati in strutture pubbliche e in case private. Di fronte all’invasione che sta distruggendo l’Europa, c’è un Comune che resiste: Fontevivo in provincia di Parma.

Lì, dove da fine maggio governa un giovane sindaco della Lega, Tommaso Fiazza, il consiglio comunale ha votato un ordine del giorno che impegna l’amministrazione a opporsi all’accoglienza di immigrati, a differenza di altri comuni della provincia che invece si sono organizzati mettendo a disposizione spazi a spese dei cittadini.

“Noi non abbiamo posti da offrire – spiega il primo cittadino – e spesso le persone che arrivano in Italia non sono sottoposte ai necessari controlli igienico-sanitari. Ovviamente non posso impedire alle persone o al parroco di ospitare immigrati nelle loro case, ma per farlo dovranno dare rassicurazioni sulle condizioni di chi accolgono. E comunque, noi faremo la nostra parte per opporci”.

E’ importante mettere i bastoni tra le ruote agli affaristi dell’accoglienza: con ogni mezzo.

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Nel documento approvato dalla maggioranza si legge: “dal momento che frequentemente prima del trasferimento nei comuni di destinazione non vengono identificati né sottoposti a un controllo sanitario che possa attestarne lo stato di salute”.

Tutte premesse che porrebbero il Comune di Fontevivo nella condizione di poter “subire”, si legge sempre nel testo, l’arrivo di qualche immigrato. Per questo l’impegno richiesto alla giunta e al sindaco è quello di “rispondere in modo fermamente negativo alla richiesta di ospitare immigrati in strutture e luoghi pubblici” e anche “all’accoglienza nei luoghi privati posti sul territorio comunale”. In quest’ultimo caso, per scongiurare rischi sanitari, si richiede una verifica dell’idoneità igienico-sanitaria della struttura ospitante e una certificazione medica sullo stato di salute delle persone accolte, “in modo da non creare problemi sanitari alla popolazione residente”.

L’iniziativa, appoggiata dal leader Matteo Salvini, punta a diventare un modello per altri sindaci che vorranno seguire l’esempio di Fontevivo. “Una scelta razzista? – risponde Fiazza a chi lo accusa – Lo sarebbe se vivessimo in un Paese dove c’è lavoro per tutti. Ogni giorno in Comune ricevo chiamate di persone che non hanno il lavoro e mi chiedono aiuto. Noi non abbiamo la possibilità di accogliere altre persone, dobbiamo pensare prima a quelle che sono già qui, compresi gli stranieri che abitano da noi da tanti anni, che pagano le tasse e che ora sono in difficoltà per la crisi che ha colpito tutti”.

“Io penso che la Prefettura non possa imporre l’accoglienza ai territori, senza prima coinvolgere i cittadini, come è successo in altri comuni – ha aggiunto il sindaco – Molte persone, sia giovani che anziani, e persino molti del centrosinistra, si sono complimentati con me per questo atto”.

Resistenza.