Facebook assume agente ex- Stasi per monitorare commenti contro ‘profughi’

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Il governo tedesco e Facebook stanno lavorando con un’organizzazione guidata da un ex agente della Stasi, con l’obiettivo di identificare i messaggi cosiddetti “xenofobi” (chiunque sia contrario alla invasione dei sedicenti profughi) scritti sul sito di social network e punire chi li fa con multe e pene detentive.

Il ministro della Giustizia tedesco Heiko Maas si è incontrato con i rappresentati di Facebook questa settimana per formare una speciale task force che lavorerà per rimuovere dal sito tutti i commenti che non rispettino gli standard decisi del governo tedesco.

La task force sarà guidata da una fantomatica ‘Rete contro i nazisti’ (Netz gegen Nazis), un gruppo guidato da un’attivista di sinistra, tal Anetta Kahane.

Ora, si scopre che questa Kahane, che si descrive come una “anti-razzista” era intimamente coinvolta in un altro periodo buio della storia tedesca, lavorava come informatore della Stasi sotto il nome in codice “Victoria” nel periodo 1974-1982. Non sorprende, che due totalitarismi si scambino gli agenti.

La Stasi era la polizia segreta del precedente governo comunista della Germania dell’Est. Il suo ruolo era quello di spiare la popolazione e di usare la sua vasta rete di informatori per scovare i dissidenti politici. Ricorda qualcosa?

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Numerosi membri della Stasi sono stati perseguiti per i loro crimini dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989. Altri sono stati assunti, come l’antirazzista.

La settimana scorsa, il cancelliere Angela Merkel ha promesso di affrontare il problema dei commenti “razzisti” sui siti di social media, descrivendoli come “sedizione” e chiedendo a Facebook di agire.

“25 anni dopo la riunificazione tedesca, ex cittadini DDR, insieme ai loro fratelli e sorelle della Germania occidentale, devono essere controllati da ex quadri della Stasi”, protesta il sito tedesco PI News..

Come scrive il giornale  Bild, la task-force guidata dalla ex-Stasi Kahane, sarà coinvolti nel monitoraggio di Facebook dei commenti “razzisti” e “xenofobi”, e dei commenti di protesta contri i “rifugiati”.
I colpevoli saranno colpiti con multe di circa 5000 euro o 120 giorni di prigione.

Benvenuti nel nuovo totalitarismo. Noi siamo i dissidenti.