Aylan: padre rimandò famiglia a Kobane, lui rimase in Turchia…

Vox
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Sta diventando quasi imbarazzante, stare dietro ai bizzarri tentativi di ‘sminuire’ una notizia da parte dei fuffari di Bufale.net , l’ultimo caso, è questo:

La famiglia Kurdi non scappava dalla guerra e dall’ISIS? Scappati nel 2012 da Damasco e Aleppo in seguito alla guerra civile, tornati a Kobane nel 2014 e scappati nuovamente nel 2015 in Turchia.

Posted by Bufale on Lunedì 7 settembre 2015


Tralasciando le puerili minacce dei fans di Bufale.net in crisi d’astinenza, e detto che è molto difficile addentrarsi in un loro articolo, visto che vieni assalito da pubblicità più o meno lecita, l’accusa principale, se così vogliamo definirla, che ci viene mossa, è che, la famiglia Kurdi sarebbe tornata a Kobane nel 2014, quindi, dicono loro, non era in Turchia dal 2012. Bugia, bugia. Perché la storia è diversa.

L’articolo di Bufale.net ci ha permesso infatti di approfondire ulteriormente la questione e trovare una nuova chicca sui media svedesi:

Aylans father descended from Damascus in Syria. When the civil war broke out, they were internally displaced persons and ended up eventually in Kobane, near the Turkish border. When the city was attacked family fled to Turkey and got refuge in Istanbul. After Kurdish forces defeated ISIS in Kobane returned the mother and children to Syria while the father remained in Turkey.

Ops. Quindi, la storia è anche peggiore. Perché il padre avrebbe rimandato la famiglia a Kobane (che tutti dicono essere l’inferno dal quale fuggivano) mentre lui rimaneva in Turchia. Quindi, o questo padre se ne fregava della famiglia, oppure la città era all’epoca sicura. E con questo cade molto del castello di sabbia mediatico.

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Poi, la famiglia si riunisce a Istanbul, quando la situazione di Kobane torna a degradarsi.  Ed è per questo, che il Canada non ha ritenuto ‘seria’, la richiesta di Asilo della famiglia: vivevano in una città sicura.

E’ evidente che la realtà non combacia affatto con la propaganda mediatica. Se Kobane era il luogo dal quale fuggire come profughi, perché mamma e bambini sono stati rimandati lì, mentre lui rimaneva nella casa affittata e pagata dalla sorella in Turchia?

  • 2012 – FAMIGLIA LASCIA KOBANE DOPO ATTACCHI ISIS E SI TRASFERISCE A ISTANBUL IN APPARTAMENTO
  • 2014 – FAMIGLIA TORNA A KOBANE LIBERATA, PADRE RIMANE IN TURCHIA
  • 2015 FAMIGLIA RIUNITA IN TURCHIA

Di questa storia ci sono moltissime cose che non quadrano. A cominciare dall’osceno balletto mediatico sul cadavere del bambino.

Quindi, ancora una volta: fuffari di Bufale.net avete toppato. Ma non lo ammetterete.

Quanto all’accusa finale di ‘volere speculare’, visto che arriva da chi su quel cadavere ha basato una montagna di clic, fa sorridere.
Fosse stato questo, il nostro desiderio, non ci saremmo limitati a riportare la testimonianza della zia, riguardante i ‘denti del padre del bambino‘, ma avremmo cavalcato la bufala delle ‘due foto’, che invece per primi abbiamo smentito. Come i dormiglioni di Bufale.net faranno tra un paio di giorni, spacciandolo per ‘scoop’.

Successivamente Vox ha voluto sfruttare anche la storia del “farsi sistemare i denti” (secondo Vox “gratis”, molto clickbait), pur di tirare fango all’uomo accusandolo della morte dei figli e accusare i migranti di voler venire in Europa per farsi mantenere.

Quell’uomo non ha bisogno di essere ‘infangato’, ha fatto tutto da solo.

Come abbiamo già scritto, non crediamo la morte dei bambini sia una montatura, la montatura è avvenuta dopo. Trasformando la storia di un uomo che ha preso un rischio per andare a fare la bella vita in Europa, in una stucchevole e propagandistica messinscena.

A noi piacerebbe stendere un velo pietoso, sull’intera vicenda, ma non possiamo lasciare che altri ci facciano propaganda.