Golosoni: ondata richieste per avere maschi africani in seminari

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Maschioni africani – loro li chiamano profughi – e seminaristi sotto lo stesso tetto: chi per studiare da prete, chi per 35 euro a testa in pensione completa. Anche il seminario diocesano di Torino, si getta nel business, dopo l’appello lanciato una settimana fa dal famigerato arcivescovo Cesare Nosiglia: «Ospitate i profughi nelle parrocchie o nelle famiglie». A spese degli italiani, ovviamente.

La disponibilità dello studentato diocesano di via Lanfranchi, qualche via sopra la Gran Madre, è solo una delle 60 arrivate in questi giorni, per email o per telefono, all’Ufficio per la pastorale dei migranti, diretto da un certoSergio Durando.

Non si contano ancora, perché – subissati dalle richieste – gli uffici della Curia diocesana hanno ancora avuto tempo di metterle tutte assieme, le offerte di accoglienza arrivate alla segreteria dell’arcivescovo e alla Caritas diocesana. Non vedono l’ora di avere ‘compagnia’.

I telefoni non hanno smesso di squillare un attimo. E tra le disponibilità ad accogliere giovani maschi africani, è arrivata anche quella del rettore del seminario, don Ferruccio Ceragioli: «Non appena tutti i seminaristi rientreranno dalla pausa estiva, sottoporrò a loro questa proposta», fa sapere don Ceragioli, che ha già messo in moto la macchina, ma che prima di ogni decisione definitiva aspetta il via libera dei suoi seminaristi.

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Ma le richiesta di compagnia abbondano. A Rivoli, il parroco don Giovanni Isonni ha già dato disponibilità ad accogliere non 5, come aveva prospettato l’arcivescovo, ma 10 profughi. Golosone!

«Una solidarietà che sinceramente non ci saremmo aspettati», commentano all’Ufficio migranti della diocesi.

Golosità e business che tocca anche le case salesiane di Torino: 16 giovani maschi richiedenti asilo saranno accolti in 10 conventi, sparsi per la provincia. A spese nostre,. A fare compagnia ai frati.

La Chiesa è diventato un bordello bergogliano.