Giornalista italiana traghetta clandestini in Grecia col suo yacht: e lo racconta su Facebook

Vox
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In vacanza con la famiglia sullo yacht in Grecia nell’isoletta di Pserimos, per riprendersi dalle ‘fatiche’ da volontaria dell’invasione, è riuscita ad unire l’utile (dal suo punto di vista) al dilettevole.

Alle quattro dell’8 agosto Carlotta Dazzi, giornalista milanese, ha raccattato un gommone con circa 45 clandestini, tra cui – dice lei – 11 bambini di meno di un anno. Tipo questo:

pannolone

E non ci ha pensato su, lei che a Milano fa la baby sitter con i finti profughi in stazione centrale: «Ci siamo avvicinati per farli arrivare in spiaggia in modo sicuro» aggiunge spiegando di aver fatto da traduttrice, di aver spiegato loro dov’erano perché pensavano di essere nella vicina Kos.

In altri tempi sarebbe stato favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Oggi ti tramuta in eroina dei media di distrazione di massa.

«Pensavano di essere a Kos e si stavano arrampicando impauriti su una montagna di pietre altissima – ha aggiunto -. Dopo un pò di richiami a suon di ‘yalla yalla e siamo italiani fidatevi siamo riusciti a farli scendere e a portare tutti in salvo sulla spiaggia per poi scortarli a piedi in paese e aiutarli a orientarsi, tirare il fiato, asciugare i bimbi e parlare col capitano del ferry che questo pomeriggio alle 17 li porterà a Kalimnos speriamo vs l’inizio di una vita migliore. Non riesco a pensare ad altro che a loro… E a sentirmi sempre troppo impotente di fronte alla tragedia dei profughi».

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Questa – ci riferiamo alla giornalista – è gente fanatica. E ricca. Gente che tra una gita in yacht e l’altra ci porta anche i clandestini: per ‘perdonarsi’ la propria immeritata ricchezza.

Poi capite, perché, i giornali parlano di ‘profughi’ e ‘migranti’: ci scrive gente del genere. Gente ossessionata e fanatica che gira col proprio yacht nel Mediterraneo e si loda per avere portata in Europa clandestini: che andranno a rovinare la vita di cittadini comuni, non certo di quelli che passano l’estate in barca a vela.

«Tutte le isole da mesi sono in emergenza, come il Sud Italia e nessuno fa niente» dice ancora, raccontando di aver fatto lei stessa un altro avvistamento l’8 agosto, cosa successa anche ad altri suoi amici su altre barche.

«Ogni giorno arriva un migliaio di profughi, che spendono 1.300 euro» per il loro viaggio, più o meno quanto costa una vacanza in Grecia.

Ops…e qui qualcosa non torna: profughi che spendono 1.300 euro a testa?

Presto i vostri yacht li assalteranno. E allora da crocerossine dell’invasione diventerete piagnoculosi ostaggi.




Un pensiero su “Giornalista italiana traghetta clandestini in Grecia col suo yacht: e lo racconta su Facebook”

  1. Radical chic: Radical chic è un’espressione idiomatica mutuata dall’inglese per definire gli appartenenti alla ricca borghesia che per vari motivi(seguire la moda, esibizionismo o per inconfessati interessi personali), ostentano idee e tendenze politiche affini alla sinistra radicale o comunque opposte al loro vero ceto di appartenenza. Un atteggiamento frequente è l’ostentato disprezzo del denaro, o il non volersene occupare in prima persona quasi fosse tabù, quando in realtà si abbia uno stile di vita che indica un’abbondante disponibilità finanziaria o improntato al procacciamento dello stesso con attività che, quando osservate in altri, un radical chic non esiterebbe a definire in modo sprezzante, come volgarmente lucrative.
    Inoltre tale atteggiamento sovente si identifica con una certa convinzione di superiorità culturale, nonché per l’ostinata esibizione di tale cultura “alta”, o la curata trasandatezza nel vestire e, talora, per la ricercatezza in ambito gastronomico e turistico;

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