Planned Parenthood, diffuso il quarto video dell’orrore

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Planned ParenthoodPlanned Parenthood, diffuso il quarto filmato dell’orrore. Vi si scorgono i tecnici di un laboratorio della sezione Rocky Mountains della potente multinazionale dell’aborto. Stanno ordinando su di un piatto i vari organi ricavati dal corpo del bambino appena abortito. Nel video si vede anche la dottoressa Savita Ginde, vicepresidente e direttore medico della struttura, mercanteggiare i prezzi in base alle parti richieste, premurandosi poi di dare indicazioni per evitare conseguenze legali. Scene strazianti.

Una volta di più, le immagini ottenute grazie ad attori fintisi acquirenti per conto di un’azienda del biologico umano, muniti di telecamera nascosta, inchiodano la potente multinazionale dell’aborto alle proprie responsabilità e denunciano un traffico d’organi assolutamente illegale. Soprattutto disumano.

Basta finanziamenti!

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Con questo quarto filmato il responsabile del progetto, David Daleiden, intende chiedere la fine di qualsiasi finanziamento – pubblico e privato – alla multinazionale dell’aborto, cui molti sponsor, tra cui la potente Coca-Cola, han già voltato le spalle: «I nostri rappresentanti, in quanto eletti dal popolo – ha detto – devono ascoltare l’indignazione popolare ed imporre una moratoria immediata su qualsiasi sovvenzione».

La vicenda sollevata ha avuto ampio risalto sulla stampa statunitense ed ha profondamente impressionato l’opinione pubblica, aprendo a molti gli occhi: «Per chiunque abbia una coscienza – ha commentato Troy Newman, presidente dell’organizzazione pro-life Operation Rescuequeste sono scene raccapriccianti», per cui risibile appare il tentativo di camuffare il tutto come una semplice “sperimentazione fetale”. Le dichiarazioni raccolte dai vertici di Planned Parenthood sono state estremamente chiare ed inequivocabili circa le reali intenzioni.

Prosegue intanto la raccolta-firme promossa dall’agenzia LifeSiteNews a sostegno della petizione, con cui si chiede al Congresso degli Stati Uniti di indagare e chiudere definitivamente Planned Parenthood.

In collaborazione con: nocristianofobia.org