“Cibo sempre identico, lenzuola monouso che durano poco più di una settimana e bagni addirittura senza porte”, o mio dio che tragedia!
“Sono queste le condizioni in cui sono costretti a vivere i detenuti del CIE, il centro di identificazione ed espulsione di corso Brunelleschi dove sono trattenuti gli stranieri sottoposti a provvedimenti di espulsione e/o di respingimento”.
A denunciare la situazione, di quelli che sono delinquenti in attesa di espulsione, è il ‘simpatico’ consigliere regionale di Sel Marco Grimaldi che, non avendo altro da fare, in queste settimane ha effettuato un sopralluogo presso il centro per verificare la situazione e le condizioni dei clandestini.
Le sue lamentele, sono simili a quelle di un cliente di hotel: stanze senza frigobar per conservare cibi e bevande, nessun asciugamano in dotazione.
Grimaldi e suoi sono tornati al centro di espulsione di corso Brunelleschi con 100 asciugamani.
C’è un motivo per il quale non hanno asciugamani in stanza: autolesionismo.
“La Regione, su nostra proposta, ha chiesto mesi fa l’immediata chiusura del centro di corso Brunelleschi e la cancellazione della legge Bossi-Fini – ha vaneggiato Marco Grimaldi -. Ancora nulla si è mosso, nessun segnale è giunto dal Governo. I CIE sono fra i più grandi fallimenti della nostra recente storia. Un’orrenda vicenda italiana dentro una catastrofe europea e mondiale”.
Sappiamo quale è la tipologia del militante medio di SEL, a ‘lui’ servono i clandestini in giro, non espulsi.