LIVORNO – Doveva diventare una residenza sanitaria assistita per anziani, invece l’ex hotel Gran Sasso, in via Maria Terreni, sarà trasformato in un centro di accoglienza per clandestini: perché rende molto di più.
Mentre infatti il governo non aiuta gli anziani bisognosi, regala 37,50 euro per ogni sedicente profugo ospitato.
A Livorno, i clandestini già gozzovigliano nel vicino hotel 4 Mori, sotto la gestione di quell’oscena associazione, l’Arci, che guadagna milioni di euro in Toscana con profughi e slot machine piazzati nei propri circolini ‘sociali’.
Ormai è diventato un business. Un osceno business: contratto di affitto alle associazioni che lucrano con l’emergenza-sbarchi. E le strutture si riempiono di clandestini a spese nostre.
I lavori sono già partiti: entro agosto sarà pronto ad ospitare decine di falsi profughi.
Il nome dell’imprenditore – imprenditore è un eufemismo – livornese è Alberto Perassi.
Nel frattempo hanno acquistato anche l’hotel 4 Mori, che si trova a pochi metri di distanza, sul viale Carducci. «Anche lì volevamo fare una Rsa, poi la prefettura ha iniziato a sondare il terreno in città per fare fronte all’emergenza profughi e ci siamo detti: proviamo». Ma pensa. Sono nati gli ‘imprenditori’ che fanno soldi sull’immigrazione.
Funziona così: Arci gestisce il centro di accoglienza e si occupa dei sedicenti profughi, i privati prendono l’affitto e gestiscono la mensa. E poi si dividono il malloppo.
Dal 5 giugno l’hotel 4 Mori ospita 42 africani: nigeriani e senegalesi. Come sapete, in Senegal e Nigeria è in corso una guerra. Ah no? Infatti, nessuna guerra.
Che vanno ad aggiungersi ai clandestini già sistemati in altri edifici della città: almeno un centinaio gestiti da Inopera in piazza del Luogo Pio (nell’area dei Trinitari), 65 dall’Arci tra il viale Carducci e un albergo in centro, una novantina dal Cesdi tra vari hotel e una struttura dell’Asl. Poi c’è la coop San Benedetto che gestisce la mensa per più di 220.
La cosa più pietosa di questi speculatori è il loro mascherare la voglia di guadagnare, per la quale sono pronti a devastare la loro città, con la ‘solidarietà’.