Prefetti: agenti viaggio di clandestini a 150mila euro di stipendio

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Vi siete mai chiesti quanto guadagna uno di quei prefetti che sparpaglia sedicenti profughi in giro per l’Italia?

Quello di Roma, Gabrielli, tanto ‘buono’ con i clandestini, prende poco meno di 152mila euro. Non ostante questo stipendio monstre, il predecessore dell’attuale, Pecoraro, è accusato di avere preso una tangente di 1 milione di euro. Per piazzare presunti profughi nelle coop.

Ma non va male nemmeno all’entusiasta dell’invasione, il Prefetto di Venezia Cuttaia, che arriva ad incassare dai contribuenti, per fare l’agente viaggio dei clandestini, quasi 150mila euro.

E come lui altri prefetti fanatici dell’accoglienza business, come quelli di Firenze, Bologna, Torino e Genova.

Manager di agenzie viaggi, con stipendi da stelle del cinema.

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E non temono nulla. Sia perché sono “inamovibili”: qualunque cosa facciano, lo stipendio lo beccano lo stesso. Sia perché, una volta pensionati, prendono l’80% della retribuzione: 6.320 euro al mese.

Questo li pone al ‘riparo’ da ogni valutazione politica. E quindi democratica. Non vengono eletti, nntrano nella categoria per concorso (art.4 D.Lgs. n.139/2000) e sono subito “consiglieri” a 2mila euro netti di stipendio, fanno due anni di scuola superiore a Roma (con vitto e alloggio pagati in una struttura a quattro stelle sulla Veientana dotata di palestra, piscina, eliporto e campi da tennis) e vengono immessi in ruolo come dirigenti.

Incredibilmente, sono loro a decidere, su input del governo (che in questo caso è non eletto) se un comune debba o meno ospitare qualche centinaio di clandestini, i sindaci che vengono eletti dai propri cittadini non hanno voce in capitolo.

I prefetti oggi, sono ancora più un’offesa alla democrazia. Perché nominati da un premier non eletto. Dei nominati da un nominato che comandano su sindaci eletti dal popolo. E contro il popolo inviano coloni.

E li paghiamo anche 150mila euro.