Storia di Luana, sfrattata e morta in tenda vicino a hotel dei profughi

Vox
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Macerata – Ennesima storia che ci fa schifo scrivere. E’ morta Luana Brugè, 45 anni, di Porto Recanati.

Era costretta a vivere in tenda da giugno perché sfrattata. Viveva accampata vicino al fiume Potenza.

Lascia due figli, uno di 25 anni, e una bimba di 6 che era stata affidata ai nonni materni.

«Non ce la faccio più a vivere così – aveva raccontato Brugè in lacrime al Carlino –. Mi sento male. Mi sento morire». E’ morta.

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Al giornale aveva raccontato di aver cercato un’occupazione come donna delle pulizie, ma senza risultati. E anche il suo ‘compagno’, che lavorava come operaio, è disoccupato.

Non rimase che la tenda, dopo avere affidata la bimba alla nonna. «Almeno mia figlia vive decorosamente – aveva spiegato sempre al Carlino –. Non posso portarla in questo tugurio. Noi ci arrangiamo come possibile ma lei non deve sapere nulla. Appena ho un passaggio vado a trovarla da mia madre. Qui non voglio che venga».

 

«Mio marito ha perso il lavoro da mesi e non ha trovato più nulla – aveva proseguito nel racconto delle sue difficili condizioni di vita –. Io non trovo un posto da oltre un anno. Nemmeno come donna delle pulizie. Ho provato anche negli chalet per la stagione estiva, ma già avevano il personale al completo. Ho girato dappertutto e chiesto anche aiuto al Comune, ma senza ottenere qualcosa di concreto. Non mi ha ascoltato nessuno. Il proprietario di casa, che mi aveva garantito di riuscire a farmi rimanere in casa fino a fine mese, mi ha detto che dovevo andarmene».

Potremmo, per l’ennesima volta, dirvi dei sedicenti profughi che vivono in hotel a pochi metri da dove la donna sopravviveva in tenda, ma siamo stanchi.