Consiglio di guerra al Viminale: “Guai chi rifiuta profughi infetti”

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Il governo è terrorizzato da iniziative simili a quelle del sindaco di Alassio, perché rendono più complicato il progetto di invasione capillare del ministero dell’Interno.

 

Il loro timore è che possa trasformarsi in un precedente e che, da ora in poi, possano fioccare altre “ordinanze a protezione della salute dei cittadini” di sindaci e di amministratori locali in grado di frenare il piano di invasione portato avanti dalle prefetture.

Un segnale che segue la posizione contraria all’accoglienza da parte delle Regioni amministrate dal centrodestra (Lombardia, Veneto e Liguria) ma che fino ad oggi, al di là delle dichiarazioni di fuoco dei governatori, non si era ancora concretizzata in atti di vera disobbedienza.

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Sindaci: ora avete l’esempio. Chi non lo segue, vuole i clandestini nel suo comune.

Si è quindi tenuto ieri a tarda sera al Viminale, un vero e proprio ‘consiglio di guerra’, nel quale si è discusso su quale strategia opporre all’iniziativa del sindaco.

E la decisione è: siamo pronti a intervenire per evitare “emulazioni”. In quale modo, è ancora allo studio degli uffici del dicastero.

Nel caso particolare di Alassio, a complicare i piani di invasione, il fatto che, proprio in questi giorni, non si può contare nemmeno su un sollecito intervento del famigerato prefetto. Dal 15 giugno, infatti, dopo tre anni di permanenza a Savona, la ricca Gerardina Basilicata è stata trasferita e il suo successore non è ancora stato nominato. E sono cose lunghe, perché sono stipendi ricchi.

Ma cosa chiede il sindaco di Alassio? Null’altro che un certificato che attenti il ‘profugo’ non sia infetto. Ma il Viminale non può mostrarlo: perché li sparpagliano senza averli prima controllati. Impossibile fare esami seri a migliaia di coloni ogni giorno.




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