PD CONTRO LEGITTIMA DIFESA: FATEVI UCCIDERE IN SILENZIO

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“Voglio qualcosa che impedisca questi episodi, se necessario sparare si spari”. “Certo, è legittima difesa”, ha risposto a chi gli chiedeva se si dovrebbe autorizzare l’uso delle armi sui treni.

Questa dichiarazione, che abbiamo riportata in un articolo precedente, ha scatenato la furia delle gang del PD.

Il segretario del Pd in Lombardia (che è a cifre da prefisso telefonico) Alessandro Alfieri ha subito polemizzato in una nota, nella quale ha pelosamente comunicato di aver fatto visita in ospedale al capotreno aggredito la notte scorsa alla fermata Villapizzone, a Milano. “Ho appena portato i saluti di tutto il Partito democratico e del segretario Renzi”, ha spiegato Alfieri.

Chissà che gioia, il capotreno.

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Ma dietro a questa presa di posizione contro la legittima difesa, e magari contro una più ampia adesione degli italiani al porto d’armi, si nasconde una paura diremmo quasi atavica dei una partito illiberale come il PD: l’uomo armato è un cittadino, disarmato diviene un suddito. Loro vogliono sudditi, non cittadini.

Perché i cittadini armati potrebbero riflettere sul perché un piccolo uomo non eletto sia a capo del governo. Sul perché un Parlamento eletto con una legge incostituzionale sia ancora in carica. Sul perché questo governo abusivo si permetta di inviare sedicenti profughi nelle nostre case. E reagire. Andare a chiedere conto.

Se il macchinista arrivato in soccorso del capotreno fosse stato armato ed addestrato alla difesa, avrebbe steso i due o tre sudamericani con il machete. E oggi staremmo qui a festeggiare un paio di bei funerali. Invece c’è un uomo con un braccio a rischio e un altro ferito.

Se gli italiani fossero armati e addestrati alla difesa, avrebbero già steso gli aggressori di democrazia. E sarebbe festa.