Wi-Fi è ‘lento’: 48 profughi sequestrano 3 ragazze

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Sequestrate dai ‘profughi’, salvate solo dall’intervento dalla Polizia. È accaduto a tre operatrici della cooperativa Salam. Almeno quattro dei 48 sequestratori stranieri sono finiti in carcere. Per poi essere allontanati dal centro Salam proprio per tutelare quelle tre vittime.

E’ il 15 maggio. Il wi-fi non funziona ‘a dovere’, è lento, e allora, i 48 uomini africani, inscenano una violenta protesta. Perché si sa, fuggono da ‘guerre e carestie’.

Parlano le denunce:

“Notavo – scrive una delle tre aggredite nel verbale redatto dalla Polizia – che il gruppo di stranieri era particolarmente agitato poiché lamentavano varie problematiche relative sia alla loro sistemazione logistica che al cibo, all’assenza del wi fi e la mancata corresponsione del pocket money. Cercavo quindi di raggrupparli in un salone interno per tentare di mediare e risolvere la situazione. Sul posto mi raggiungevano altre due colleghe. A questo punto – continua il verbale – considerata l’inutilità della nostra mediazione e impaurite per la reazione degli stranieri cercavano di guadagnare l’uscita e di lasciare la struttura per evitare il peggio”.

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Già, l’idea di mettere tre ragazze in mezzo a quarantotto energumeni è criminale.

“Appena eravamo nel cortile esterno, ci bloccavano mettendosi come una barriera umana fra noi e la porta di uscita. Ad alta voce – aggiunge la ragazza – uno di questi urlava con fare minaccioso “tu dormi qui stanotte” e che non potevo andare da nessuna parte”.

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Il racconto della ragazza e delle sue colleghe continua indicando i nomi dei capi della sommossa. Mentre lei parla, una sua collega tira fuori alcune foto. Ha le lacrime agli occhi. Sono le foto scattate nel giorno del compleanno di uno di quegli uomini. Per festeggiarlo proprio loro gli avevano preparato alcuni dolci. Probabilmente è lo stesso che ha raccontato di essere stato maltrattato da queste ragazze.

“Abbiamo avuto paura. Noi facciamo il nostro mestiere al meglio. Rispettiamo tutte le procedure, nonostante non si prenda lo stipendio da gennaio. Lo facciamo – conclude l’operatrice – perché è il nostro mestiere che abbiamo scelto assumendoci anche dei rischi. Ma quando abbiamo letto sul giornale le parole di quel ragazzo abbiamo voluto raccontare la verità su quanto accaduto quel giorno”.

Si, perché quel ‘ragazzo’ aveva raccontato di maltrattamenti. Si, Wi-Fi lento.




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