ISIS paga i suoi combattenti per sposarsi e fare figli

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Tutto questo fa parte di una strategia a lungo termine dello Stato Islamico – forse i nostri politici dovrebbero prendere appunti – per affermarsi come uno Stato stabile e vitale.

La luna di miele è stato un breve momento di ‘amore’, lontano dalla prima linea della guerra di Siria. Nella capitale del “Califfato” Raqqa, per il combattente siriano Abu Bilal al-Homsi, dopo che si era unito con la sua sposa tunisina per la prima volta dopo mesi di chat on-line.

Si sono sposati, poi hanno passato i giorni nei ristoranti di Raqqa, passeggiando lungo il fiume Eufrate e mangiando il gelato.

E’ il bonus matrimoniale che lo Stato Islamico paga ai suoi combattenti: 1.500 dollari per lui e la moglie per iniziare una nuova casa, una famiglia – e una luna di miele.

“Ha tutto quello che vorreste per un matrimonio”, ha detto al-Homsi della città di Raqqa. La città, capoluogo di provincia che da quando ISIS ha preso il controllo ha visto decapitazione e lapidazione di presunte adultere in pubblico, fucilazioni e posti di blocco per bloccare passanti che violassero la sharia, o legge islamica: come un leggero accenno di gel per capelli, ad esempio.

Nelle case dei comandanti ci sono donne e ragazze yazidi e cristiane: rapite in Iraq, sono schiave sessuali.

Il gruppo dello Stato Islamico è impegnato in un progetto ambizioso: la costruzione di una nuova nazione governata da ciò che gli islamici vedono come “legge di Dio “, una società composta da musulmani di tutto il mondo le cui nazionalità sono cancellate e che sono uniti nel “califfato”. E’, il Califfato, solo un altro tipo di Globalizzazione e di realizzazione di società multietnica. Sotto la legge del consumismo in Occidente, sotto la legge islamica in questo caso. Curioso, no?

Per fare questo, il gruppo ha messo a punto un sistema di welfare generoso per agevolare la vita delle migliaia di jihadisti – uomini e donne – che sono accorsi dal mondo arabo, l’Europa, l’Asia centrale e gli Stati Uniti.

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“Non è solo combattere”, ha detto al-Homsi, che utilizza un nome di battaglia. “Ci sono istituzioni civili responsabili di ampi territori. Aiutano gli immigrati che si sposano. Lo Stato e deve prendersi cura dei suoi sudditi”.

Al-Homsi ha parlato in una serie di interviste con The Associated Press via Skype.

Favorire le famiglie permette l’espansione dell’Islam – noi, in Occidente facciamo i matrimoni gay – si stabilizza ISIS come Stato, e ci sono nuovi figli che diventeranno nuovi guerrieri del jihad.

La nuova elite è visibile a Raqqa, la città più grande della Siria sotto il dominio degli islamici.

Case di lusso e appartamenti, appartenuti ai funzionari di governo del presidente siriano Bashar Assad, ospitano ora la classe dirigente di ISIS.

Raqqa, al centro del territorio, è quasi protetta dai combattimenti attorno ai suoi lati. I suoi supermercati sono ben forniti e offre diversi internet caffè.

“La città è stabile, dispone di tutti i servizi e tutto ciò che è necessario. Non è come le aree rurali”, ha detto al-Raqqawi.

“Raqqa è ora la New York del califfato”.