Dopo la Grecia, il Sistema vacilla anche in Spagna

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L’onda lunga della crisi e il 25 per cento di disoccupati schiantano i bipartitismo spagnolo. “Una giornata storica per la Spagna”, la definisce uno dei leader di Podemos, Sergio Pascual, commentando i risultati elettorali del voto amministrativo e regionale, nel quale il movimento di protesta è arrivato primo a Barcellona, con la candidata sindaco Manuela Carmena, ed è testa a testa a Madrid con il Partito popolare.

“E’ stata una rivoluzione democratica”, ha detto il neo sindaco Ada Colau, che ha conquistato Barcellona con il 25,20% dei voti, raggiungendo quota 11 seggi contro il 22,7% dei voti e i 10 seggi del nazionalista catalano Xavier Trias. Ai suoi simpatizzati esultanti, la Colau ha detto che è stata la “vittoria di Davide contro Golia”.

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Iglesias:”A novembre la sfida per andare al governo”. ha annunciato che sfiderà il premier Mariano Rajoy per la guida del governo alle politiche di novembre.

Il Partido Popular, né carne né pesce, succube dell’eurofanatismo in stile renziano, rimane il primo partito del Paese, con il 27%, davanti al Psoe al 25%, e arriva primo in 11 delle 13 regioni in cui si votava. Ma crollano rispetto al 2011, quando avevano oltre il 40%.

Come Syriza per la Grecia, anche in questo caso, Podemos è il sintomo di una malattia, non la cura.




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