Anziani inquilini sfrattati: “I profughi mi rendono molto di più”

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Agli attuali inquilini dell’edificio nel centro di Millmark, nell’area di Torsby, in Svezia, è stato detto da parte del nuovo proprietario, Erik Jonsson, che devono fare le valigie e andarsene. Il governo svedese ha infatti approvato il suo piano di trasformare il complesso residenziale in un centro per ‘richiedenti asilo’.

E’ una storia che dovete leggere attentamente, perché è anche una ‘nostra storia’.

Evy Hellqvist ha 70 anni, ha sempre vissuto in quel palazzo, ma ora dovrà andarsene: per fare posto ai ‘profughi’.

“Stanno cacciando tutti i vecchi inquilini, e lo faranno molto rapidamente. Dicono che avremo una sorta di compensazione, se ce ne andiamo entro un mese”, ha detto sconsolata.

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“Non è così facile per me andare avanti, sono anziana, mi sento a mio agio qui. Ho piantato un piccolo giardino che mi interessa e non riesco a immaginare di ricominciare in un appartamento che non conosco”.

Jonsson, il nuovo proprietario, che possiede anche altre attività redditizie, ha detto di avere comprato il complesso residenziale “per sviluppare un business che sia redditizio, in contrasto con l’attività che è oggi”. Il business sono i profughi.

Anna Johansson, un altro residente del palazzo, ha dichiarato: “Al nuovo proprietario non interessano i richiedenti asilo in quanto persone, vuole solo fare soldi”. Come le coop e il Vaticano in Italia.

Secondo il giornale Värmlands Folkblad, con i 144 immigrati previsti, Jonsson farà oltre 1,5 milioni dollari al mese (quasi 1,4 milioni di euro), visto che ogni sedicente profugo vale 350 dollari ogni giorno, oltre 300 euro al giorno. Questo denaro verrà dai contribuenti svedesi.

I protagonisti dell’invasione sono, come in Italia, i soliti: c’è l’affarista Jonsson, un uomo d’affari senza scrupoli interessato solo a riempire il suo portafoglio. E ci sono gli strateghi della devastazione etnica: la zona di Torsby è uno di quei pochi centri rimasti quasi etnicamente intonsi in Svezia, è così diventato un obiettivo.

Somiglia alla strategia del nostro governo: distribuire i ‘profughi’ ovunque in maniera quasi maniacale.