A Vienna arrivano i semafori gay

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Ormai la propaganda Lgbt imperversa senza più argini e senza alcun ritegno: lo dimostra l’ultima “novità” – in ordine di tempo – introdotta in Austria. Potrebbe sembrare uno scherzo di pessimo gusto. Non lo è. Non è uno scherzo, intendiamo. Pur restando di pessimo gusto.

Di cosa si tratta? Di un centinaio – dicasi un centinaio – semafori “travestiti”. Li si trova a tutti gli incroci, in pieno centro e nella capitale, Vienna. Sono stati modificati, così da rappresentare due gay o due lesbiche, che si illuminano per segnalare se si possa attraversare o meno, al posto del tradizionale omino verde o rosso. Cuoricini compresi… Il tutto, a poche settimane dal Life Ball – evento di beneficenza contro l’Aids, 16 maggio – e dall’Eurovision Song Contest, che prevede tra l’altro il 22 maggio una giornata a tema dal titolo più che eloquente: «Conchita: Queen of Austria» con in programma un «Conchita Look-Alike Contest». Senza dimenticare la Regenbogenparade – in una parola, il Vienna Pride – in agenda per il 20 giugno.

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La mascherata dei semafori gay friendly dovrà esser mantenuta pertanto sino a fine giugno. Tra i prevedibili consensi di media compiacenti e dei politici di regime à la page, che han fatto a gara per definire la trovata un esempio di grande «tolleranza». Unica eccezione, unica voce fuori dal coro quella dell’Fpö, il Partito della Libertà austriaco, che non ha esitato a bollare l’intera operazione come un caso di «delirio gender» da parte del Comune viennese, delirio oltre tutto pagato coi soldi dei contribuenti, come ha segnalato il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung. Costo, 63 mila euro.

In collaborazione con: nocristianofobia.org