Assegnavano case popolari a immigrati: con la droga ‘compravano’ aiuto ‘centri sociali’

Vox
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Funzionavano come un’agenzia immobiliare e assegnavano case di proprietà di enti pubblici agli immigrati. A capo dell’organizzazione, composto da membri di un’unica famiglia, c’era una donna di 64 anni. Da Lampedusa a Roma tutto compreso: Al Fano li raccatta, Buzzi e la ‘famiglia’ li sistemano.

La banda operava in una zona di Roma, il Tuscolano, a scoprirla gli agenti del locale commissariato. Per ogni abitazione veniva richiesto un compenso che oscillava dagli otto ai 20 mila euro.

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Tramite una sua conoscente, impiegata al Catasto, la donna riusciva a sapere quali erano gli appartamenti degli enti al momento liberi. In base alle richieste l’organizzazione provvedeva ad occuparle tramite l’aiuto di alcuni fabbri e associazioni compiacenti. A quanto emerso dalle indagini, in sei mesi ne avrebbero occupati e assegnati illegalmente venti.

Il sodalizio, inoltre, svolgeva anche spaccio di droga nel quartiere. E’ così che comprava l’aiuto di alcuni ‘centri sociali’, quelli che occupano abusivamente le case.

Le indagini sono scattate ad aprile scorso dopo la segnalazione di un giro di banconote false spese nei negozi del quartiere. Sono sei i componenti della famiglia finiti in carcere, dieci i complici ai domiciliari, mentre l’impiegata del Catasto è stata sottoposta alla misura di divieto di dimora nel comune di Roma.