Mafia Capitale impedì sgombero immigrati abusivi

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CLAMOROSA DENUNCIA DA PARTE DEL Comitato dei residenti di via Gradoli, in zona Cassia: legami tra Comune e la banda di Buzzi-Carminati. Legami che hanno impedito lo sgombero di centinaia di stanze affittate abusivamente ad immigrati

«Dall’inchiesta su “Mafia Capitale” – dice una nota firmata “Comitato per via Gradoli”, guidato dal farmacista Lucio Maria Frizzoni – emergono inquietanti particolari che sembrano suffragare la tesi secondo cui la mancata adozione da parte dell’amministrazione capitolina delle misure volte a dare attuazione alla normativa in materia di salute pubblica, sicurezza ed edilizia, risponde a un percorso di collusione con gli interessi speculativi e di sfruttamento che caratterizzano “la cricca di via Gradoli” da almeno trenta anni, ma che trae origine, ancora prima, dal periodo più buio della Repubblica».

Le cantine affittate, con i panni in corridoioL’esterno dei «loculi» affittati a stranieriControlli in via Gradoli

Dal 2009 il Comitato chiede al Comune – da Alemanno a Marino nulla è cambiato – ordinanze per dichiarare la inabitabilità e quindi lo sgombero di decine di cantine affittate abusivamente agli immigrati. Immigrati che occupando le cantine hanno trasformata una strada residenziale in zona di degrado.

«L’affitto dei “loculi” – scrive il comitato – rappresenta un anello della filiera del perverso intreccio tra politica, amministrazione e biechi interessi degli sfruttatori, che permette ai medesimi di lucrare più vastamente».

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E denuncia «traffici ancora non venuti alla luce in grado di garantire ulteriori introiti» legati alla presenza di immigrati. E sarebbero questi legami a spiegare «l’accanimento in costosi ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato dei proprietari sanzionati in base all’ordinanza di Veltroni, non altrimenti comprensibile con il modesto profitto, circa 400 euro mensili, derivante dalla locazione».

«Risultano indagati l’ex sindaco Gianni Alemanno e l’allora direttore del Dipartimento Politiche Sociali e Salute, Angelo Scozzafava; benché non indagata, l’attuale Direttore del Dipartimento medesimo, Isabella Cozza, è descritta nell’inchiesta della Dda come “riconducibile agli interessi del sodalizio”. Su questi soggetti, più l’attuale sindaco Ignazio Marino – scrive il comitato – grava la responsabilità politica di non aver emesso quelle ordinanze attinenti la salute pubblica ai sensi dall’art. 222 del testo unico della leggi sanitarie».

«Per tali motivi i primi due (Alemanno e Scozzafava) sono stati oggetto della denuncia per omissione di atti d’ufficio presentata dal Comitato nell’aprile 2013 alla Procura della Repubblica di Roma, il cui fascicolo è al momento al vaglio del Gip (dopo richiesta di archiviazione da parte del pm e nostro atto di opposizione)»

Per gli altri due, la funzionaria Cozza e l’attuale sindaco Marino, «sono stati recentemente oggetto di formale diffida con avviso che in caso di inottemperanza si procederà, nei tempi previsti, alla denuncia presso l’autorità giudiziaria». Da Moro al trans Natalì, si arriva oggi, insomma, agli slum nei seminterrati delle palazzine, con possibili cointeressi negli affari di Carminati & soci. Si tratta, si chiede il Comitato, dell’ennesima «coincidenza e/o convergenza parallela intorno a via Gradoli? »

Non sgomberano i clandestini e gli abusivi perché gli interessi sono incoffessabili.