Dal Presepe ‘gay’ al Natale cancellato da Google

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Giuseppi

 

E’ stato rimosso, ma solo dopo aver provocato una prevedibilissima, anzi voluta reazione mediatica a catena il “presepe” blasfemo con due Giuseppi, anziché l’originale con Maria, posto in vendita nel negozio di un centro commerciale alle porte di Piacenza.

La notizia è divenuta immediatamente di dominio pubblico, avendo postato tutto su Facebook il neo-consigliere regionale della Lega, Matteo Rancan, che ha commentato: «La tradizione deve rimanere viva! Manteniamola tale». Indignate le reazioni degli internauti: alcuni han definito il tutto una «provocazione inaccettabile», altri han parlato di «presepe gay con bambinello adottato».

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Non bastavano più dunque i “soliti” presepi negati, come’è accaduto ancora presso la scuola elementare di Leini, nel Torinese, o presso l’Istituto “De Amicis” di Bergamo. Ciò che si cercava quest’anno per far più clamore era il “politicamente corretto”.

Così Empoli Channel ha segnalato un caso anche peggiore: un altro presepe “gay friendly”, allestito questa volta – e nemmeno a fini commerciali, che non giustificano, ma per lo meno spiegano – presso il Seminario Vescovile di San Miniato: vi si raffigurano due pastori che si tengono per mano con un cartello che cita distorcendone il messaggio – ancora una volta – Bergoglio, invocando “solidarietà”. L’autore, Mario Rossi, ha dichiarato alla stampa: «Ho parlato delle diversità che si palesano in questo tempo dai nuovi, pericolosi rigurgiti oscuri e quindi è solo un messaggio contro i muri, le terre contese, le guerre tra gli uomini, l’odio scatenato dalle differenze religiose, ma anche da quelle legate all’orientamento sessuale. Il mio è un invito alla pace ed alla tolleranza: nel presepe l’ho detto e lo ripeto, c’è posto per tutti»: il che l’ha spinto a tradurre tutto questo polpettone farcito di demagogia e di omologazione all’ideologia gender in una realizzazione blasfema, che chiaramente avrebbe diviso, anziché – come da lui dichiarato – riunire.

Anche in questo caso, a replicare è stata la Lega, per bocca del commissario provinciale pisano, Filippo La Grassa, che ha dichiarato: «Basta con l’ossessione gender. Il Presepe è sacro. Gli orientamenti sessuali ciascuno se li tenga in camera da letto». Secondo quanto riportato dal media on line, la Curia avrebbe scelto invece la via del silenzio.

Al confronto di tutto questo, la scelta di Google pare sin castigata. Google dedica dei doodle “dedicati” (i classici disegni sull’home page del più noto motore di ricerca) a tutto: alla nascita di scienziati, letterati o artisti famosi, alla creazione di prodotti tecnologici di massa, di giochi, scoperte, invenzioni, del codice a barre, dei mattoncini del Lego, al giorno del pi greco, alla giornata mondiale dell’acqua ed a quella della terra, alla caduta del muro di Berlino ed alla festa del papà, ad Halloween ed a San Valentino, al primo giorno di primavera ed a quello d’inverno, a Star Trek ed ai Muppets. Ma il giorno della Nascita di Cristo, chissà perché, si “dimentica” di specificarne il nome, anzi anche di parlar di Natale – così evitando l’imbarazzo di dover dire di ‘chi’ – preferendo un più asettico, insignificante (poiché privo di qualsiasi carica simbolica) augurio di “Buone feste”, non si sa nemmeno quali… In perfetto e pedissequo ossequio al laicismo imperante.

A bilancio, resta solo una certezza, davvero consolante: che Dio si sia incarnato comunque…

In collaborazione con: nocristianofobia.org