Sindaco PD impone ‘genitore 1’ e ‘genitore 2’: parte la disobbedienza dei genitori (veri)

Vox
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MODULO PER ISCRIZIONI ASILI BARI

BARI – L’emergenza per il sindaco di Bari è introdurre nei formulari di iscrizione scolastici la formula demenziale «genitore 1».

«La risposta — spiega il sindaco Antonio Decaro — a una istanza che durante la campagna elettorale è stata avanzata dalle associazioni che difendono i diritti lgbt». Che per chi non lo sapesse, sta per tutta quella categoria di persone bizzarre che non può avere figli tra loro: in genere li compra.

DECARO IN UNA IMMAGINE PARTICOLARMENTE SIGNIFICATIVA

Decaro, noto per avere costruito una tendopoli per clandestini davanti ad una scuola femminile, ha spiegato che la ragione dell’iniziativa ha finalità culturali (?): “Ho inteso mantenere l’impegno preso allora perché sono convinto che sia la politica a doversi adeguare al sentimento comune dei cittadini. La società ha fatto passi in avanti, in merito alle tutele dei diritti degli omosessuali, che la politica invece stenta a fare. È tempo — ha concluso il sindaco — che anche il legislatore riconosca le famiglie formate da persone dello stesso sesso».

Si, il mondo è cambiato, perché una piccola minoranza degli omosessuali, che già sono appena il 2/3% della popolazione, vuole giocare al genitore. Fregandosene del diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà.

A breve, una campagna omosessualista campeggerà sui bus della città: utilizzateli come espressione artistica per i vostri graffiti.

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Le associazioni omosessualista hanno espresso soddisfazione per l’innovazione promossa dall’amministrazione. Quello che pensa la maggioranza non interessa al Sindaco.

Presto, come a Roma, scopriremo anche a Bari un giro di soldi tra associazioni dedite all’accoglienza e alla propaganda gay.

Di seguito, il testo della lettera inviata al Sindaco dalle mamme e dai papà di Bari:

Egregio sig. sindaco,
apprendiamo con interesse e non senza perplessità che anche a Bari le parole “mamma” e “ papà” sono divenute sinonimo di omofobia.

Ma cosa c’entra questo con l’eliminazione delle parole padre e madre dal modulo di iscrizione alle scuole materne, sostituendole con “genitore 1” e “genitore 2”?

E’ necessario tener conto della realtà: e dunque, da quando un bambino nasce da due persone dello stesso sesso? E se vogliamo proprio forzare la legge e farle dire quello che la natura non dice, in Italia, sia la Costituzione che diversi pronunciamenti della Corte Costituzionale hanno ribadito più volte che la famiglia è composta da una mamma e da un papà e non da un genitore 1 ed un genitore 2.
Quindi, in che modo le persone omosessuali sarebbero discriminate dall’adozione della dicitura “genitore 1” e “genitore 2”, anziché dal permanere dei più antiquati “papà e mamma” sul modulo di iscrizione di un bambino ad una scuola materna comunale barese?
La “stepchild adoption” non è ancora divenuta parte dell’ordinamento giuridico italiano, e molte riserve vi sono in proposito.
Comunque, anche se questa possibilità divenisse realtà, cosa vieterebbe il permanere delle parole “papà e mamma”, eventualmente accanto alle nuove diciture? Francamente, signor sindaco, ci sembra ideologico far passare attraverso queste formule la tutela delle persone omosessuali, a cui va tutto il nostro rispetto.
Ci sembra invece interessante ed opportuna tanto la riflessione su diritti, doveri e responsabilità delle coppie omosessuali, quanto, e certo anche più urgentemente, la concreta azione di tutela e supporto delle famiglie naturali baresi.
Forse Lei non lo ricorderà, ma quando Michele Emiliano era ancora sindaco di questa città, nel marzo 2010, egli sottoscrisse un protocollo d’intesa con il Forum delle associazioni familiari che impegnava la sua amministrazione e quelle che poi si sarebbero susseguite alla guida del Comune di Bari, alla collaborazione stretta con le associazioni familiari baresi per la costruzione di un sistema coerente di politiche familiari. In quel Protocollo si parlava di fisco, tariffe, scuola, welfare, sanità, casa…; addirittura si prevedeva l’istituzione di una Agenzia per la famiglia, incardinata all’interno dell’amministrazione comunale, per il coordinamento delle diverse politiche perché esse fossero davvero family friendly.
A distanza di quattro anni, quel Protocollo è rimasto sulla carta; e spiace constatare tanta differenza fra il trattamento, la disponibilità e l’attenzione riservate alle associazioni LGBT e quelli dimostrati nei confronti di quelle famiglie che sono il fondamento di questa città, il laboratorio di cittadinanza attiva, di soggettività sociale, di costruzione del bene comune che esse, nel momento in cui si impegnano a mettere al mondo ed a tirar su dei figli, di fatto divengono. La qualità del loro lavoro dipende da tutta la comunità cittadina; specialmente ora, che si trovano a pagare i conti di una crisi il cui peso si scarica in grandissima parte su di esse.
Per questo, signor sindaco, vorremmo che si desse meno spazio all’ideologia, e molta più attenzione alla vita reale di chi ogni giorno genera e costruisce il futuro di questa città.
Pertanto, chiediamo ai papà ed alle mamme che iscrivono il proprio figli all’asilo comunale di Bari di continuare a definirsi, anche sulla modulistica preposta, “padre” e “madre”.
Chiediamo alle forze politiche di portare in Consiglio comunale il dibattito sull’opportunità di sostituire nei moduli di iscrizione agli asilo nido comunali le parole “mamma e papà “ con “genitore 1 e genitore 2”
Ribadiamo “il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al loro sviluppo ed alla loro maturazione affettiva, continuando a maturare nella relazione, nel confronto con ciò che è la mascolinità e la femminilità di un padre e di una madre, e così preparando la maturità affettiva”